14,46 

Acquista anche su

Parola al vento

Gli amori di Clarissa

Autori: Rizzello Aldo

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 160

Anno edizione: 2000

ISBN: 9788849201192

EAN: 8849201192

UB. INT. : T437A V22c

Contenuto

N° 45 della collana “Le storie della Storia” fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa

Tutto, in questo insidioso racconto ­ monologo, sembra evocare eventi e luoghi fin troppo reali. Ma è così? Siamo di fronte ad una vicenda accaduta e sofferta o ad una esperienza creativa, ad una fiaba sia pure a non lieto fine? È un giallo a sfondo morale o il pretesto per proporre riemergenti e più consapevoli simmetrie psicologiche e mentali?
Assopite o dimentiche sacralità? Lo scenario in cui si svolge la drammatica storia d’amore è davvero quello del lago di Bolsena, oppure vuole andare oltre, così oltre da apparire innaturale? Clarissa, è anch’essa una creatura reale o soggiace alla stessa estetizzante “violenza” al punto da identificarsi con una sorta di rifrazione dell’altrettanto mitica Eva? La risposta è nel romanzo.

Aldo Rizzello, è nato a Macchia D’Isernia, nel Molise e vive a Grotte di Castro, sul lago di Bolsena, al centro di una intensa e varia attività culturale. Dopo un avvio interamente dedicato alla ricerca artistica che, in un suo scritto, Cesare Vivaldi non esita a definire di “avanguardia internazionale” passa, quasi a non voler porre limiti alla sua curiosità e creatività, alla narrativa e alla poesia; al teatro ed ora, di nuovo, alla narrativa. Un itinerario complesso e non privo di risultati: a cominciare dalla prima esperienza, “I parassiti”, un romanzo “sperimentale” nel quale, tra l’altro, in pieno clima di esaltazione politica e ideologica, rivendica il primato della cultura, per proseguire con “Giuda”, un testo teatrale il cui protagonista, un intellettuale moderno, dopo aver rinnegato il “messaggio evangelico” ­ responsabile, a suo dire, del fallimento esistenziale delle creature migliori ­ si aggrappa di nuovo all’amore: unica ancorché macerante alternativa anche agli egoismi ed alle crudeltà dei nostri tempi. “Cristo, Cristo! perché mi perseguiti?! Forse ho bisogno anch’io del tuo ‘veleno’!” È infatti l’estremo grido di Giuda nel tragico momento del suicidio ma anche di recupero, appunto, del Maestro e della sua “lieta novella”. Quindi si cimenta con “Le torri di cristallo”, un nuovo dramma ispirato al mondo della scuola, e, più recentemente, con la “Commedia Divina”, una fiaba moderna, come qualcuno l’ha definita, dai toni ora minacciosamente apocalittici ora di grande umanità e speranza.

Dal titolo ci si attende una lettura tutta sul versante della psiche ­ e lo è ­ senza deviazioni sul paesaggismo: quasi che nella “parola” e nel “vento” venisse dispersa la corporeità. Un romanzo tutto umano. Ed invece la sorpresa è di incontrarsi con situazioni singole, nel complesso della narrazione, in cui la giocosità, la golosità del corpo nel loro dualismo di anima e cuore fanno un tutt’uno con l’anima del paesaggio e la corposità della terra, degli alberi, che diventano, in una delle pagine più intense, letto d’amore di lui e di lei. In tale verità, che è di attualità intensa nelle generazioni di oggi, il romanzo di Aldo Rizzello entra nella narrativa contemporanea con una presenza giovane. È una lettura, quindi, da godere con l’abbandono di trovarci situazioni da noi progettate o vissute. La narrazione, come nella tradizione classica del narrare, aggiornato, mentre è anche autobiografia dello scrittore, pur se non vissuta, diventa automaticamente per il lettore uno spaccato in cui ritrovarsi, con ansie e godimenti: Tale ritmo narrante, chiaro pur nelle attese durante la lettura com’è d’ogni buon romanzo, è reso possibile dalla stesura. Un linguaggio limpido, in cui il necessario mistero dell’incognita è pur presente, permette al lettore una simultanea assimilazione dei fatti e delle atmosfere, che personaggi ed ambiente determinano. Nella premessa Aurelio Rizzacasa invita ad una lettura-ascolto: invito difficile ma prezioso, affidandosi all’unità drammatica corpo-anima che lo scrittore raggiunge con serena fatica di scrittore.
Giuseppe Selvaggi

Parole chiave

Condividi su