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Capitano di cavalli

Romanzo d'armi e d'amori

Autori: Brizzi Carlo

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 174

Anno edizione: 1998

ISBN: 9788874488650

EAN: 8874488653

UB. INT. : T441E V21c

Contenuto

N° 16 della collana “Le storie della Storia” fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa

“Paolo aveva spuntato la spada, ed impugnato il martello d’arme, stava menando colpi all’impazzata con effetti disastrosi per i nemici, ma era destinato a soccombere quando Diomede e alcuni suoi belligeri si buttarono come indemoniati nella mischia urlando “Testa! Testa!”, e i ducali furono a loro volta costretti a indietreggiare per riorganizzare le fila. Intensa nel frattempo era la zuffa sui fossati, con un gran tirare di balestre, e i fanti s’affrontavano sulle ripe e nell’acqua, a volte perdendo per poi riconquistare le posizioni”.

La narrativa di Carlo Brizzi, collaudata in più romanzi, ha il potere di essere “narrante”, cioè trasportare il lettore lungo il racconto ch’è paesaggio umano e paesaggio ove natura e storia hanno stratificato il tempo della memoria. Lo scrittore è approdato ad una operativa
coscienza letteraria dopo essersi impegnato in lavori spesso opposti alla scrittura. Da qui la modernità delle sue pagine, in cui l’attenzione alle parole si equilibra nella misura dei fatti: qualità che fonde giornalismo e resa poetica della prosa, determinando una lettura attuale, fresca
pur nel romanzo deliberatamente “storico”.

Carlo Brizzi è nato nel 1930 a Roma da genitori toscani, dai quali ha ereditato la passione per la terra d’origine.
Compiuti gli studi universitari presso La Sapienza di Roma in Giurisprudenza ha svolto varie attività che lo hanno condotto in giro per il mondo prima d’approdare alla letteratura che da hobby s’è pian piano trasformata in impegno professionale.
Ha pubblicato il primo romanzo, “Il Ritratto del Colonnello” nel 1988, e a breve distanza sono seguiti “Addio Ismail” nel 1991 e “La Ciana” nel 1994.
I romanzi hanno avuto riconoscimenti ai premi “Pompei”, “Scopri l’Autore” e “Hemingway”.
Negli ultimi mesi è stato dato alle stampe il romanzo “Appena ieri”, un’opera breve nella quale per la prima volta l’autore si è concesso un’occasione di meditazione sulla società dei nostri giorni.
Carlo Brizzi ha scritto inoltre poesie, racconti e commedie partecipando a importanti premi nazionali e esteri; ha collaborato alla realizzazione d’un servizio storico per la trasmissione televisiva “Bell’Italia”, ed ha pubblicato su “Scena Illustrata” un saggio sulla battaglia d’Anghiari.

Di un romanzo, e di più per “Capitano di cavalli” di Carlo Brizzi, narrante amori ed armi, non bisogna in anticipo rivelare nemmeno una traccia del suo enigma. Anche se questo può essere, come in questo romanzo, storicamente conosciuto. L’ultima pagina, come in Carlo Brizzi, avrà allora un brivido inatteso. Magari il libro vi chiederà una seconda lettura, e può capitare per “Capitano di cavalli”, ed allora pur conoscendo il “fatto” si potranno degustare, sì assaporare, alcuni particolari: nel racconto e nel suo modo di scrittura. La prosa di Brizzi risente un interiore galoppo, di palpitazioni e divertimenti, che dai personaggi si trasmettono al lettore. C’è altro, ed è la qualità, meditata e parallelamente spontanea, del narratore. I ritmi della prosa, i “daccapo” persino, obbediscono alla narrazione. Si ottiene una fusione tra forme e tematica, ed in tale qualità emerge lo scrittore Brizzi, con una sua scrittura.
Cavalli e cavalieri di questa storia agiscono, e si destinano persino alla morte bella per onore e gloria, per amore e destino, sullo sfondo di una terra che ha ben decise connotazioni storiche, geografiche, topografiche. Eppure il lettore di improvviso può sentirsi trasferito nella propria natività, di cieli e cultura, persino collocando armi ed amori antichi in tempi nostri. Tale è la suggestione partecipante che Carlo Brizzi sa travasare nel lettore, tramite questo suo narrare: ove gioiosità e dramma sono possibile verità di ognuno. Sino all’ultima pagina, anzi all’ultimo rigo: in cui la vita prosegue e risorge nel più felice dei modi, che ognuno ha realizzato. O spera di realizzare. I cavalli nel perenne galoppo di Adamo ed Eva. In ognuno di noi. Così “canta” la prosa di Brizzi.

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