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Bellum germanicum

Con Cesare pugnalata l'Europa

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 256

Anno edizione: 2003

ISBN: 9788849203172

EAN: 8849203179

UB. INT. : T442B V21b

Contenuto

N° 58 della collana “Le storie della Storia” fondata da Giuseppe Selvaggi e diretta da Silvio Traversa

Sollecitata da uno spunto polemico (nei confronti di Bruto, responsabile dell’inutile quanto dannosa eliminazione del dittatore Cesare) quest’opera concepita in forma di romanzo vuole evidenziare anche la grandezza del mondo ellenistico, periodo troppo spesso ignorato o addirittura considerato sinonimo di decadentismo. Il felice connubio tra le migliori tradizioni dell’Egitto faraonico – in particolare il rispetto della personalità umana nei due sessi – e l’indomito spirito speculativo dei Greci avevano prodotto in Alessandria un complesso culturale unico per quei tempi e che, simboleggiato dal grande faro, era destinato a rimanere per secoli, almeno sino all’affermarsi dell’illuminismo, insuperato polo di sapere “laico”. Sono noti i contributi che l’area mediterranea, “Koiné” ellenistica, aveva offerto all’umanità per mezzo delle sue menti più illuminate dopo la morte del grande Alessandro: nella matematica e nell’astronomia (Archimede, Eratostene, Aristarco, Ipparco); nella medicina (Erofilo per l’anatomia, Erosistrato per la fisiologia); mentre con gli studi di Callimaco sul lessico omerico era nata la filologia. Né deve stupirci se proprio questo spirito laico, che si trovò ad interagire con un sincretismo filosofico orientato verso una maggiore tolleranza per le classi più umili, sia stato terreno fertile per l’impianto delle prime comunità cristiane. Ed è attraverso questo mondo, ed i suoi sconfinamenti coi popoli “barbari”, che l’autore ha immaginato il cammino dei due protagonisti, l’odissea di Furio, le traversie di Mityeth, il travaglio dei due nel superare contrasti esterni ed interiori, fino ad approdare al limite di quel nuovo mondo di fede che, pur solamente intravisto, già li ha accolti quali suoi cittadini.
Giuseppe Selvaggi

“… in te abbiamo veramente un novello Odìsseo”. Così sentiamo definire il protagonista al termine del romanzo. Il paragone non potrebbe essere più calzante per Furio, eroe inconscio, certo più modesto dell’omerico ma, come l’altro, spirito poliedrico, capace di superare le insidie che la natura, e più spesso i propri simili, frappongono lungo il suo cammino: l’incarico che ha ricevuto dopo il “virtuale” fallimento dell’attentato delle Idi di Marzo. Come Ulisse viene separato, ma in circostanze drammatiche, dall’amata Mityeth (la fanciulla Nausicaa piuttosto che la sposa Penelope). La ritroverà, in un incalzante susseguirsi di atmosfere e avventure, dopo l’approdo all’oblio dell'”isola” (Seelinf è qui la sua Calipso), dopo lo smarrimento che lo vedrà prigioniero di una sensuale Circe (Rosverta). La ritroverà ed in lei e con lei, specchio del suo autentico amore, potrà confidare nel futuro ed insieme incamminarsi verso una nuova dimensione, la cui natura si chiarirà al lettore nell’estrema pagina del romanzo.

Questo è il Romanzo-Storia. Ma Carlo Luigi Zanni, romano di oggi, giunto quale scrittore ad una sintesi delle sue esperienze, di fatto con questo libro riporta alla nostra attenzione uno dei colossali “Se” che pongono interrogativi su come il mondo di oggi poteva essere, in meglio o in peggio. “Se Cesare fosse vissuto…” diventa: “Senza la pugnalata all’Europa, sul corpo di Cesare, come oggi sarebbe il mondo?” L’interrogativo è attuale, perchè è anche allarme su come vivere, e consumare, la vita democratica, sul come gestire politica e libertà. Zanni propone, insieme al fascino di una lettura che non fa chiudere il libro, una questione di attualità, ovunque: il rapporto tra democrazia e potere visto nei tempi lunghi della Storia.

Carlo Luigi Zanni, è nato a Roma ove risiede, dopo una serie di ambientamenti e circostanze che hanno non poco influito sulla sua personalità. La prima formazione culturale ha contribuito a sensibilizzarlo verso un classicismo dalle sfumature romantiche.

Dilettante – così egli dice di se stesso – in tutti i suoi molteplici interessi ed attività, è giunto alla letteratura per esternare quanto, filtrate dalla sensibilità del suo animo, le proprie esperienze facevano riemergere in vitalità d’immagini. Tali esperienze, culturale e di vita, risultano evidenti, realizzati nelle pagine di questo libro, e nel rapporto tra passato e l’oggi che sono sfondo e sostanza del racconto. Un particolare che va sottolineato per indicare la natura di un tale scrittore.
Nel 1993 ha pubblicato un libro destinato ai ragazzi, scritto anni prima nella sua giovinezza. È una indicazione sulla capacità dello scrittore di intendere e rappresentare la unicità del tempo, e quindi della Storia.

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