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Paul Schmitthenner 1884-1972

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Formato: 22 x 28 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 472

Anno edizione: 2014

ISBN: 9788849227529

EAN: 8849227523

UB. INT. : T511B V42e V05f

Contenuto

Collana ARCHINAUTI diretta da Claudio D’Amato / ARCHINAUTI series edited by Claudio D’Amato n.60

A metà degli anni cinquanta su Schmitthenner scendeva il silenzio. In pochi parlarono dell’edificio ad Hechingen, nessuno di Bourdon sur Somme. Era considerato, nella storia dell’architettura del secolo scorso, neppure un minore, ma semplicemente un reazionario su cui bisognava tacere.
Questo libro si occupa di Paul Schmitthenner (1884- 1972) allievo di Riemerschmid e Fischer, amico di Tessenow e Bonatz, professore presso la Technische Hohenschule di Stoccarda (1919-1945).
Lo studio è stato orientato alla conoscenza dei suoi edifici, soprattutto realizzati, dalla scuola di Zuffenhausen alla Sala della Memoria del cimitero di Bourdon Somme, passando per gli edifici residenziali, la ricostruzione dell’Alte Schloss, la Königin-Olga-Bau e la banca di Heilbronn, gli edifici di Kilchberg, il municipio di Hechingen e il palazzo delle assicurazioni Frankona a Monaco.
Il punto di indagine è affine all’interesse che ha Schmitthenner per quel “nucleo originario” della forma che chiama Baugestaltung – la concezione costruttiva dell’edificio – che è insieme arte del costruire e forma dell’architettura. Un tema che è possibile ricondurre alla tradizione della Baukunst” e alla declinazione personale che ne dà lo stesso Schmitthenner con la Gebaute Form (la Forma costruita): una sintesi di forma – tecnica – struttura, che è il contributo sempre attuale del lavoro di Schmitthenner alla modernità.
Il libro è strutturato in nove capitoli dai quali emergono tematiche specifiche della “costruzione”: la forma non apparente e il Roh-Bau, il classicismo mite e la costruzione ordinaria, la forma astratta e la costruzione tettonica, la struttura a traliccio e la Gebaute Form, il dettaglio monumentale e la complessità della costruzione moderna.
Questo lavoro sembra possa colmare un vuoto.
L’opera di Schmitthenner, nel suo insieme, è testimonianza di un percorso diverso rispetto a quello dell’architettura moderna, un percorso che definire “tradizionalista” sembra riduttivo: occorre parlarne, nei termini proposti dallo stesso autore, di una “vera modernità”, il cui carattere riconoscibile è proprio questa unità tra concezione ed esecuzione, progetto e costruzione, idea e tecnica.

Vitangelo Ardito (Casamassima, 1960).
Laurea alla Facoltà di Architettura di Pescara (1985) e apprendistato allo studio di Volfango Frankl a Roma (1986-87). Vincitore di Borsa di Studio-C.N.R. (1995), dal 1996 svolge attività didattica presso la Facoltà di Architettura di Bari, dove è risultato vincitore di concorso per Ricercatore universitario in Tecnologia dell’Architettura nel 2003.
È professore nel Laboratorio 1A di Costruzione dell’Architettura e Coordinatore nei Laboratori di laurea. Ha partecipato a ricerche universitarie nazionali. Dal 2012 è professore di Tecnologia dell’Architettura e tutor alla Scuola di Dottorato della Facoltà di Architettura del Politecnico di Tirana. Dal 2008 svolge una ricerca su alcuni architetti tedeschi dell’altra modernità.
Tra gli scritti: Monaco di Baviera, L’altra modernità (2010), La forma della casa (2012), La mite legge dell’arte. Il contributo teorico di Paul Schmitthenner (2012), La costruzione non apparente della casa (2013), Paul Schmitthenner 1884-1972 (2013).
Vincitore del “Leone di Pietra” alla X Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (2006), è stato premiato in concorsi nazionali e internazionali.

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