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Studiare l’architettura
Un vademecum e un dialogo
Autori: D'Amato Claudio
Formato: 17 x 24 cm
Legatura: Filorefe
Pagine: 320
Anno edizione: 2015
ISBN: 9788849229806
EAN: 8849229801
UB. INT. : T409B T507A V06f V42d C02
Contenuto
Collana ARCHINAUTI diretta da Claudio D’Amato / ARCHINAUTI series edited by Claudio D’Amato n.66
Questo libro nasce dai corsi di Teoria dell’architettura tenuti dall’autore ininterrottamente dall’AA 1999-2000 ad oggi, ed è rivolto agli studenti italiani che vogliono iscriversi ai corsi di laurea in architettura. È strutturato in due parti: un vademecum, che illustra il nesso fra teoria e progetto in architettura attraverso l’analisi del pensiero occidentale, dall’evo moderno fino alle soglie della rivoluzione informatica del XX secolo (anni Ottanta del Novecento); e un dialogo dell’autore con Paolo Portoghesi sulla natura dell’architettura, sull’insegnamento, sul mestiere, sulla Scuola. Finalità del volume è aiutare i giovani allievi a disegnare mappe culturali in cui posizionarsi nell’epoca della globalizzazione, in cui la straordinaria potenza dei computer e dei software parametrico-variazionali hanno generato, in assenza di modelli culturali sedimentati, un ribaltamento di ruolo, da mezzo a fine dell’azione progettuale. Non è forse fuor di luogo paragonare le giovani (e meno giovani) generazioni di architetti di oggi ad “apprendisti stregoni” incapaci di controllare fino in fondo ciò che il calcolatore è in grado di generare. Una condizione permanente di “fuori controllo”, il cui risultato è: il predominio dei nuovi materiali sul linguaggio, la perdita del “filo a piombo” (statica ed estetica si trovano adesso in campi avversi), la preminenza dell’icona rispetto al programma funzionale (destinazione dell’edificio), la dissoluzione dell’oggetto architettonico nel “paesaggio” , la atopia, la crisi della tettonica come antefatto logico dell’architettura e l’asservimento della firmitas, della utilitas, della venustas a una “forma predeterminata”. Una condizione che la copertina del volume interpreta con la “scomposizione” del frontespizio dell’Essai sur l’Architecture dell’abate Laugier, un invito a ricomporre l’infranto.
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