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Strutture urbane e territoriali

Il riordino culturale tra Bolgheri e Seattle

Formato: 17 x 24 cm

Legatura: Filorefe

Pagine: 224

Anno edizione: 2000

ISBN: 9788849200683

EAN: 8849200684

UB. INT. : T460A T460E V06e V37g R

Contenuto

Collana “Città, Territorio, Piano” diretta da Giuseppe Imbesi n.24

Piuttosto che investire sui lenti ritorni economici connessi alla cura del proprio patrimonio culturale, l’Italia ha scelto la via dell’impari competizione coi Paesi ricchi di altre “materie prime”. Ha fidato cioè sulle immediate risposte dell’industria che ora lascia al Nord cassintegrati ed aree dimesse e al Sud disoccupazione e distruzione di suolo, aria, ed acqua. Così del Paese viene fuori un’immagine “urbanistica” abbastanza simile a quella di Gela, città emblematicamente evocata come esempio di «non finito» abusivo, di trascuratezza, d’inquinamento marino ed atmosferico, di soffocamento di archeologia e beni naturalistici. Nella linea costituzionale del complesso e vasto esame di elementi tecnici, economici, finanziari, politici preordinati al momento attuativo della pianificazione, e per riprendere i fili distintivi di matrici provenienza-destinazione di benefici e costi delle trasformazioni territoriali, al “realismo” esasperato di mercato, è qui contrapposta l’ “utopia” di cittadini non più soggetti al ricatto dello sviluppo facile (che promette lavoro e deserto sociale per alcuni, disperazione e deserto fisico per gli altri), ma paladini consapevoli della titolarità diffusa dei beni sociali: «soprintendenti» appassionati, tutori d’identità e valori immateriali, ispiratori di pratiche locali di sostenibilità ambientale. Le riflessioni proposte (molte inedite), nella testimonianza pubblicistica sui temi dell’identità dei luoghi, dei rischi ambientali, della mobilità e del cosiddetto sviluppo sostenibile di un’Isola, offrono una lettura delle trasformazioni urbane e territoriali che districa e intreccia aspetti tecnici e politici di piano, e assegna alla sostenibilità il ruolo di «ideologia» discriminante tra politiche “di destra” e “di sinistra”. Ruolo trascurato dalle realistiche improvvisazioni obbligate a livello locale per amministratori “del maggioritario”; e trascurato, a livello globale, dalle realistiche assuefazioni (a condizionamenti di mercato, ad ingerenze politiche, e persino ad invasioni militari), che traducono in verità storico-scientifiche le azioni prodotte da politiche “di centro” per il mantenimento di posizioni di privilegio. Senza ricadere in certo fondamentalismo ambientalista, da Bolgheri a Seattle ricorrono tuttavia momenti di riflessione sull’insostenibile leggerezza di uno sviluppo suicida.

Giovanni Campo insegna dal 1983 Pianificazione territoriale nell’Università di Catania. Nel corso della XII Legislatura, eletto al Senato della Repubblica, è stato primo firmatario di due disegni di legge miranti a riformare il quadro legislativo in materia urbanistica. È autore di pubblicazioni e saggi in ordine all’evoluzione della disciplina urbanistica, al recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico, al miglioramento antisismico di strutture urbane, alla politica dei trasporti, alla difesa idrogeologica ed alla tutela paesistica del territorio. Coordina, presso il Dipartimento di Architettura e Urbanistica (DAU) dell’Università di Catania, il Laboratorio per la sicurezza e la sostenibilità di sistemi territoriali ed ambientali, rivolto ad Enti locali per lo studio dei rischi ambientali insediativi. È stato consulente dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione per la redazione delle Linee-Guida del Piano Territoriale Paesistico Siciliano, ed è componente del Comitato tecnico scientifico incaricato dall’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente della redazione del Piano Urbanistico Territoriale regionale.

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