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Latina 13 aprile 2012 ore 18 libreria Feltrinelli presentazione del libro “Il Sapore della Palude”

Latina 13 aprile 2012 ore 18 libreria Feltrinelli presentazione del libro “Il Sapore della Palude”

Latina venerdì 13 aprile, ore 18, presso la libreria Feltrinelli, presentazione del libro “Il Sapore della Palude” di Roberto Campagna, edito per i tipi della Gangemi Editore.

Interverranno Giuseppe Ribellino, animatore culturale, e Francesca Rocchi, presidente dello Slow Food Lazio; coordinerà Alessandro Di Norma, giornalista. Per l’occasione, la Strada del vino della provincia di Latina allestirà una Banco d’assaggio delle migliori etichette nostrane, mentre l’Aspol (Associazione provinciale produttori olivicoli Latina) e il Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina) proporranno una selezione di oli Colline Pontine dop e il Club del Gusto della Camera di Commercio curerà la degustazione di alcune specialità gastronomiche locali. Insomma,  protagonisti della manifestazione saranno anche i prodotti tipici del territorio. Il libro di Campagna è un viaggio tra questi prodotti, in particolare fra i prodotti agricoli d’eccellenza dell’Agro Pontino, come il Kiwi Latina, il Carciofo romanesco di Sezze e il Sedano bianco di Sperlonga, tre bontà che si fregiano del marchio comunitario Igp (Identificazione geografia protetta), e altre specialità, come le olive di Gaeta per le quali da tempo sono state avviate le procedure per ottenere la tutela comunitaria. È  un percorso che passa per le zucchine del Triangolo d’oro, il comprensorio agricolo di Sabaudia, San Felice e Terracina, che avrebbero tutte le carte in regola per centrare questo obiettivo. È un tour per far conoscere prodotti, come le arance di Fondi, le ciliegie di Maenza, i broccoletti di Sezze e Priverno, le lenticchie di Ventotene, le cicerchie di Campodimele, l’uva Moscato di Terracina, i cocomeri nostrani, il pomodoro Spagnoletta di Gaeta, l’uva fragola di Roccagorga, i fichi di Pisterzo, le castagne di Norma, le fragole Favetta di Terracina e la cicoria di Catalogna  frastagliata di Gaeta, che avrebbero bisogno di una maggiore attenzione. E’ il quinto volume che il giornalista e sociologo pontino dedica all’enogastronomia locale. E’ il più originale di tutti. Non esiste, infatti, in letteratura un libro del genere, da nessuna parte. E’ un libro che descrive le caratteristiche organolettiche dei prodotti agricoli pontini, racconta la loro storia, parla della loro produzione, indica i produttori e i luoghi dove acquistarli, riporta le sagre e le feste, raccoglie le ricette con cui si cucinano questi prodotti e consiglia i vini da abbinare ai piatti. «E’ un contributo – afferma l’autore– alla promozione del territorio, al suo sviluppo economico. Il cibo è ricordo, in particolare quando si tratta di piatti e prodotti tipici di un territorio. Quando li mangiamo quindi, mangiamo anche i ricordi  che portano dentro. Insomma, oltre che un piacere della gola, rappresentano un piacere culturale. E di cultura possiamo rimpinzarci all’infinito. Anche chi propone questi piatti o chi produce questi prodotti fa un’operazione culturale, oltre che imprenditoriale. Perché contribuisce a scoprire la storia e le tradizioni di una comunità rafforzandone l’identità. Non mi stanco mai di ripeterlo, l’ho anche scritto. Anche questo libro è ricco di curiosità, aneddoti, storie e leggende. Come quella delle olive di Gaeta. Si narra che a scoprire queste olive siano stati i marinai di Enea che, mentre scendevano dalle navi approdate sui lidi del Basso Lazio per seppellire Cajeta, la nutrice del loro condottiero, raccolsero le olive che galleggiavano sulle acque del mare. Erano cadute dagli alberi piantati lungo la costa. Le assaggiarono e le trovarono “dolci”. L’acqua salata del mare le aveva deamirizzate. Fu così, secondo sempre la leggenda, che nacquero le olive in salamoia. Ma l’aneddoto più curioso è quello della zuppa “rappracornuti” o “arrapacornuti”. E’ un piatto tipico di Roccagorga e di Sezze, preparato con pane raffermo tagliato a fette sottili e condito con un brodo di fiori di zucca, zucchine, germogli di zucca, cipolle fresche e pomodori maturi. E’ una zuppa veloce da preparare. Si dice che abbia preso il nome dal fatto che in passato le donne infedeli dei Lepini la preparassero all’ultimo momento, al ritorno da qualche incontro amoroso, per far trovare almeno un piatto caldo ai mariti traditi. Per tenerli buoni, per placarli».

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