Roma, Centro Servizi per i Prodotti Tipici e Tradizionali, mercoledì 15 giugno 2016, ore 16.30, presentazione del volume ARTE DOLCIARIA BAROCCA, Gangemi editore
Roma, Centro Servizi per i Prodotti Tipici e Tradizionali, mercoledì 15 giugno 2016, ore 16.30, presentazione del volume ARTE DOLCIARIA BAROCCA, Gangemi editore
Mercoledì 15 giugno 2016, alle ore 16.30, presso il Centro Servizi per i Prodotti Tipici e Tradizionali di Roma, piazza di Sant’Ignazio 144, presentazione del volume Arte dolciaria barocca, di June di Schino, pubblicato per i tipi della Gangemi editore.
Questo è un libro singolare sull’arte dolciaria alla corte di papa Alessandro VII (1655-1667). Vi si invita a un affascinante viaggio storico-culturale intorno al credenziere Girolamo Mei e al suo manoscritto inedito, che contiene ben 220 ricette. Massimo Montanari nella sua presentazione ne parla come “frutto di una cultura europea che non conosce confini”, ma allo stesso tempo lo descrive come un documento prezioso che anticipa una germogliante realtà culturale di identità tutta italiana. Inoltre proprio nell’utilizzo dello zucchero, alimento principe del Seicento, individua “uno spazio magico” attraverso “insospettabili convergenze tra la cultura popolare e la cultura di corte”.
Ma il credenziere, chi era costui? Per la prima volta si racconta il suo ruolo strategico nel banchetto barocco, quale più precoce esempio di multitasking. Emerge cosí la figura di Girolamo Mei, che, per esprimere la magnificenza di papi e principi, allestiva con argenterie pregiate e cristallerie legate in oro credenze montate a mille piani, tali da suscitare ammirazione anche in Carlo Fontana, che ne lascia testimonianza nel suo Sontuoso Convito. Il manoscritto rivela i primi segreti per creare trionfi di gelo, di marzapane, addirittura di insalata e persino di ghiaccio e di zucchero. Questi meravigliosi capolavori effimeri erano talvolta disegnati da grandi artisti come Gian Lorenzo Bernini e Pietro da Cortona. Si propone una prima classificazione delle straordinarie sculture in zucchero per valorizzare questo aspetto di storia poco noto. Dalle pagine di questo volume emana il profumo irresistibile delle dolci squisitezze preparate dal nostro credenziere: “sciroppo di viole, ciambellette di pistacchi, conserva di fiori di lavanda, biscottini speziati”. Forse il vero valore di questo ricettario, finalmente sottratto alla dimenticanza, si trova tra le righe, dove si cela un linguaggio eloquente che parla di storia, economia, costumi, cultura materiale e persino di aspirazioni. Sembrano in apparenza soltanto ricette, mere indicazioni per preparare dolci prelibatezze, ma in realtà si tratta di pregevoli reperti, che non parlano solo di cucina, ma sono invece piccoli gioielli di conoscenza.
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