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Il “Corriere della Sera” ha dedicato un articolo al volume “«Tommaso e Luigi Saulini, incisori di cammei nella Roma dell’ Ottocento» a cura di Micaela Dickmann de Petra e Francesca Barberini

Il “Corriere della Sera” ha dedicato un articolo al volume “«Tommaso e Luigi Saulini, incisori di cammei nella Roma dell’ Ottocento» a cura di Micaela Dickmann de Petra e Francesca Barberini

Riportiamo di seguito l’articolo tratto dal “Corriere della sera” di Mercoledí 8 Novembre:

VOLTI DI PAPI E REGINE NEI PREZIOSI CAMMEI INCISI DAI SAULINI

Un’ arte minore che tenne banco nell’ Ottocento tra via della Croce e via del Babuino

«Tommaso e Luigi Saulini, incisori di cammei nella Roma dell’ Ottocento» è il titolo di un bel libro edito da Gangemi Editore che, grazie a Micaela Dickmann de Petra e Francesca Barberini, ricostruisce questa pagina un po’ dimenticata di un’ arte minore, che tenne banco a Roma tra via della Croce e via del Babuino negli atelier prima del padre Tommaso e poi alla sua morte, avvenuta nel 1864, del figlio adottivo Luigi scomparso nel 1883. Un luogo che nel «grand tour» era d’ obbligo per molti viaggiatori. Cammei, montati come spille, bracciali, orecchini ed anelli o utilizzati per decorare scatole e tabacchiere, fatti in pietra dura e soprattutto ricavati da conchiglie (di origine europea, ma non solo), che un osservatore dell’ epoca ci ricorda cosí: «Un’ arte rinnovata d’ incidere le conchiglie ad uso di cameo, e se ne vedono di graziosissimi lavori presi da camei antichi o dai capi d’ opera della scultura e della pittura». Con i Saulini, calati in città dalla natía Bellegra, ecco una Roma del Tridente piena di artigiani e di creativi dell’ epoca, l’ indotto a cui si affidavano gli abili incisori rapidamente noti in tutta Europa grazie ai successi ottenuti nelle Esposizioni internazionali e grazie ai «ritratti» celebri effettuati, da Pio IX alla Regina Vittoria. Dietro gli incisori ecco i «pietrai» che pulivano le gemme, i «lucidatori» che le facevano brillare, gli «astucciari» per riporre i piccoli capolaviori. Loro si ispiravano a temi classici e a soggetti mitologici o sacri, tratti da repertori iconografici noti, ma non disdegnavano neanche le opere dei contemporanei, come quelle del loro antico docente d’ arte all’ Accademia di San Luca, Bertel Thorvaldsen. Oggi i loro cammei sono nei maggiori musei del mondo. Roma li ricorda con un libro che viene presentato alle 18, all’ Accademia di San Luca. Con le autrici ci saranno Lucia Faedo, Tamara Hufschmidt e Claudio Strinati.

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