Roma, Università di Tor Vergata, giovedì 11 dicembre, ore 16.00, presentazione del libro STORIA DELL’INGEGNERIA STRUTTURALE IN ITALIA – SIXXI 1 edito Gangemi editore

Roma, Università di Tor Vergata, giovedì 11 dicembre, ore 16.00, presentazione del libro STORIA DELL’INGEGNERIA STRUTTURALE IN ITALIA – SIXXI 1 edito Gangemi editore

Giovedì 11 dicembre 2014, alle ore 16.00, presso l’Università di Tor Vergata di Roma (Aula Convegni della Macroarea di Ingegneria, Via del Politecnico 1), all’interno della Lectio magistralis tenuta dall’autore Sergio Poretti, presentazione del libro Storia dell’ingegneria strutturale in Italia – SIXXI 1, pubblicato per i tipi Gangemi editore.

La ricerca SIXXI (Twentieth Century Structural Engineering: The Italian Contribution) ha lo scopo di ricostruire la storia dell’ingegneria strutturale in Italia. Una storia avvincente, a tratti gloriosa, e comunque singolare. Una storia, inopinatamente, dimenticata. Nei volumi di questa serie intendiamo raccontare la vicenda, cosí come la veniamo man mano riscoprendo. Le indagini restituiscono alcuni episodi della storia, recuperati con studi trasversali su territori largamente inesplorati. In appendice, un fotoromanzo a puntate (invenzione italiana) illustra in breve la sequenza complessiva degli eventi e delle opere principali e ripropone l’universo figurativo scomparso dell’ingegneria moderna.

Sergio Poretti, da quando nel 1982 ha scelto l’Università di Roma Tor Vergata per la sua attività, svolge ricerche nei settori della storia dell’ingegneria strutturale, della storia della costruzione e del restauro dell’architettura moderna.
I suoi studi sui Palazzi delle Poste di Roma durante gli anni del Fascismo, sulla Casa del fascio di Como, sul Palazzo della Civiltà Italiana hanno profondamente influenzato le ricerche nel settore della storia della costruzione.
Poretti ha spostato il centro della sua indagine: e si è concentrato sull’opera, meglio: sull’opera costruita. E a questa indagine ha dato i caratteri di una vera e propria investigazione. Così, proprio come un investigatore, ha raccolto “prove” negli archivi del committente, nei documenti di cantiere dell’impresa, nelle foto scattate dal capomastro, nella fitta corrispondenza tra il progettista e il direttore dei lavori, nelle somme dei computi metrici, nei diagrammi dei calcoli di stabilità. Grazie a queste tracce, in genere trascurate, ha preso forma il racconto di Poretti, che ha sempre una sola protagonista: l’opera di architettura, meglio se italiana e del Novecento. Come l’assassino in un libro giallo, l’architettura si svela sempre più chiaramente, mano a mano che nuovi indizi si raccolgono sulla scena del …cantiere.
Una raccolta di racconti utili a capire l’approccio di Poretti è “Modernismi italiani”, pubblicato nel 2008 nella collana di Gangemi “Architettura e costruzione”.
Al centro dei “romanzi” di Poretti è arrivata, da oltre un decennio, un’altra protagonista: l’ingegneria strutturale (i ponti, le grandi coperture, le grandi forme strutturali…)
Nel 2011 ha vinto un prestigioso ERC Advanced Grant per condurre proprio il progetto SIXXI sulla Storia dell’ingegneria strutturale in Italia nel XX secolo, che lo impegnerà a tempo pieno nei prossimi anni, con il suo team di giovani ricercatori.
I primi risultati di questa ricerca sono raccolti nel primo volume della serie “SIXXI 1 – Storia dell’ingegneria strutturale in Italia”, pubblicato da Gangemi a marzo del 2014. Il secondo volume è in preparazione è uscirà all’inizio del 2015.
E di questa nuova storia, che si viene ancora svelando, parlerà nella lectio magistralis: “Il linguaggio delle strutture. La scuola italiana di ingegneria”, prevista il giorno 11 dicembre 2014, alle ore 16:00 nell’aula convegni della macroarea di Ingegneria, Università degli studi di Roma Tor Vergata, Via del Politecnico 1.

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