ACQUERELLI E PASTELLI DI CAMILLO INNOCENTI. Presentazione del catalogo d’arte a Roma, venerdì 27 febbraio, ore 17.30, Sala Mostre e Convegni Gangemi editore

ACQUERELLI E PASTELLI DI CAMILLO INNOCENTI. Presentazione del catalogo d’arte a Roma, venerdì 27 febbraio, ore 17.30, Sala Mostre e Convegni Gangemi editore

Venerdì 27 febbraio, alle ore 17.30, presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi editore di Roma, via Giulia 142, presentazione del catalogo d’arte Acquerelli e pastelli di Camillo Innocenti. Opere inedite da una collezione privata a cura di Maria Catalano e Stefania Gagliardini, pubblicato per i tipi della Gangemi editore.

La collezione Amato consta di sessantadue opere su carta di Camillo Innocenti che hanno messo in risalto una storia familiare ricca di affetti e riconoscenza: la storia di Lilia Rinaldi che deteneva in via ereditaria la proprietà delle opere e le cedeva a Franca Amato con la promessa di tenerla unite e farle conoscere. Lo studio scientifico degli acquerelli e dei pastelli, pervenuti alla collezione Amato senza un ordine apparente, il riordino in relazione allo stile e alle vicende biografiche dell’artista, l’identificazione dei luoghi e del periodo di esecuzione sono stati gli spunti nevralgici dello studio, che ha portato Maria Catalano e Stefania Gagliardini a ricostruire quasi un quarantennio di vita personale e artistica del pittore romano, sino ad oggi misconosciuta. Gli anni in Egitto (dal 1925 al 1939) e quelli successivi trascorsi a Mestre, a Riccione, a Londra, e a Roma, legano Camillo Innocenti alla famiglia Piazzani con cui l’artista vive e trascorre l’ultima parte della sua vita dopo il rientro in Italia. Vicende biografiche e artistiche ricostruite anche grazie allo studio degli epistolari intercorsi con Ugo Ojetti (1871-1946), Umberto Prencipe (1879-1962), Antonio Maraini (1886-1963), Adolfo De Carolis (1874-1928), nonché rintracciando in Inghilterra uno degli eredi della famiglia Piazzani, Ann Zenthon Gimpel.
L’analisi storica e stilistica dell’intero corpus di opere è arricchita dall’identificazione di alcuni personaggi femminili e degli ambienti rappresentati in alcuni acquerelli, alla luce di una straordinaria storia di vita vissuta negli anni della seconda guerra. Significativa la corrispondenza dell’artista: le lettere che Camillo Innocenti scriveva all’amico Ildebrando Scifoni (1898-1985), zio di Lilia Rinaldi – illustrate da delicati acquerelli – sono state lo spunto per la riflessione di Anna Maria Di Stefano sul valore della produzione epistolare nel Novecento. Una pratica – quest’ultima – viva per buona parte del secolo ma ormai quasi scomparsa a seguito delle più moderne tecniche di comunicazione.
Camillo Innocenti (Roma 1871-1961), pittore non secondario dei primi del Novecento e interprete della volontà di rinnovamento della parte più avanzata della cultura artistica romana, fu protagonista della Secessione. Pur insignito di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, fu di fatto dimenticato dopo gli anni Venti, al ritorno da Il Cairo, dove aveva ricoperto il prestigioso incarico di direttore dell’Accademia di Belle Arti. A partire da quel momento l’attività pittorica, per la quale era diventato famoso, si era convertita in opere di piccolo formato: per lo più disegni e acquerelli raffiguranti ritratti, studi di figure, vedute dell’ambiente familiare, molte volte il giardino delle case che abitava. Una produzione sino ad oggi poco conosciuta, legata a una personale sigla tardo impressionista, non scevra di interesse. Da qui l’importanza del fondo Amato, un fondo omogeneo per tipologia e datazione delle opere, in cui interessanti aspetti stilistici si uniscono a puntuali riscontri biografici.

ne parlano:
Renato Mammucari
Anna Maria Di Stefano

saranno presenti le curatrici

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