Domenica 16 novembre 2025, ore, 18:30 Magazzino Scipioni, Via degli Scipioni 30, Roma. Presentazione del volume PREGHIERE DI FANGO, Gangemi Editore
Domenica 16 novembre 2025, ore, 18:30 Magazzino Scipioni, Via degli Scipioni 30, Roma. Presentazione del volume PREGHIERE DI FANGO, Gangemi Editore
Domenica 16 novembre 2025, ore 18:30, Magazzino Scipioni, Via degli Scipioni 30, Roma. Presentazione del volume PREGHIERE DI FANGO, Gangemi Editore
PREGHIERE DI FANGO, LE MOSCHEE DI ARGILLA DEL SAHEL.
LE FOTOGRAFIE DI ERRICO ORSI IN MOSTRA A ROMA PER SOSTENERE I PROGETTI MEDICO-SANTIARI DI LAZIO CHIRURGIA PROGETTO SOLIDALE.
Vernissage 16 novembre, ore 18.30 –
Errico Orsi in dialogo con Nico Piro, scrittore, inviato di guerra del TG3
Magazzino Scipioni, Roma
Fino al 6 gennaio 2026
Le immagini in bianco e nero, stampe originali, realizzate artigianalmente con tecnica tradizionale, sono rimaste in attesa per quasi 25 anni. Raccontano di un’Africa che non esiste più, perduta. Raccontano di argilla, pazienza, lotta, resistenza, saggezza, bellezza.
E salvano dall’oblio il patrimonio di una terra, le moschee di fango del Sahel, di cui pochissimo oggi resta. Errico Orsi l’ha fissato per sempre nelle sue fotografie che tornano in mostra per diventare un ponte verso il futuro.
“Preghiere di fango” è il titolo del lavoro di Orsi, chirurgo romano, docente universitario e fotografo che ha attraversato l’Africa, i suoi Paesi in guerra, le sue contraddizioni; ne conosce storia e fragilità, le ha colte con l’obiettivo e le ha toccate nella carne di chi la abita.
Le moschee di fango, in Burkina Faso, Mali, Ghana, sono castelli di argilla incantati, opere ardite di torri e guglie costruite con antiche tecniche, con mattoni fatti di argilla, paglia, sterco, che ogni anno, dopo le piogge, vanno rimesse in piedi, riparate, in un ciclo perenne di disfacimento e ricostruzione. Preghiere, appunto, di intere comunità.
“Orsi si è messo a osservare questo lavorio da formiche degli uomini che, nel deserto, lottano assurdamente contro la pioggia, e ha ripreso tutto in alcune oasi o palmeti. Ne ha ricavato fotografie di un bianco e nero nitido e denso di significati. Si tratta di immagini scattate con grande affetto e amore per i soggetti che si sono messi in posa e per i villaggi e le zone riprese. Appare subito chiaro che il chirurgo-fotografo conosce quella gente da anni e ne rispetta l’originalità e la fede religiosa. La gente che ha ripreso è bella e perfino allegra, nella lotta secolare contro la pioggia che distrugge le cattedrali. Certo, anche qui sono passati i bianchi e il ricordo non è buono. Hanno subito tentato di cambiare tradizioni e modi di vita, infilando manacce pesanti in ogni dove. Ma quelli che innalzano al cielo cattedrali di fango, per ora hanno resistito”, scriveva Wladimiro Settimelli su l’Unità nel dicembre del 2001.
Le fotografie di Orsi, immagini suggestive e poetiche, potenti e struggenti, che danno voce alle architetture e alla gente, alla fede che le ha abitate, saranno esposte e messe in vendita, destinate a sostenere il lavoro di Lazio Chirurgia Solidale, organizzazione a cui Orsi dedica la sua esperienza professionale e che interviene con missioni medico-sanitarie in Etiopia. Stampe originali, di due decenni fa, già esposte in sedi prestigiose, e che sono state anche raccolte in un libro prezioso introdotto da un testo di Alessandro Portelli (Gangemi Editore, Roma).
“Preghiere di fango” è stata esposta nel settembre del 2001 al Museo di Roma in Trastevere, con la presentazione di Gianni Borgna; nella Facoltà di Architettura di Valle Giulia e inaugurata con una tavola rotonda moderata dal prof. Paolo Portoghesi sul tema dei materiali edili naturali ed ecologici; nel Palazzo Comunale di San Vito Romano; nella libreria Feltrinelli di Piazza Argentina.
Ne hanno parlato l’Unità, le pubblicazioni Fotografare e Nadir.
Le immagini di Errico Orsi sono state utilizzate per il cortometraggio Preghiere di fango, realizzato dagli operatori della videoteca della Facoltà di Architettura, partecipò al Festival di Palazzo Venezia, insieme, tra gli altri, a Lo sguardo di Michelangelo di Michelangelo Antonioni.
Fino al 6 gennaio 2026
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