Bruxelles, Musées du Cinquantenaire, martedì 7 ottobre, ore 11, inaugurazione della mostra PRINCIPI IMMORTALI. FASTI DELL’ARISTOCRAZIA ETRUSCA A VULCI catalogo Gangemi editore

Bruxelles, Musées du Cinquantenaire, martedì 7 ottobre, ore 11, inaugurazione della mostra PRINCIPI IMMORTALI. FASTI DELL’ARISTOCRAZIA ETRUSCA A VULCI catalogo Gangemi editore

Martedì 7 ottobre 2014, alle ore 11.00, presso il Musées du Cinquantenaire di Bruxelles (Parc du Cinquantenaire, 10), inaugurazione della mostra Principi immortali. Fasti dell’aristocrazia etrusca a Vulci catalogo edito per i tipi della Gangemi editore.

Mostra aperta al pubblico dall’8 ottobre 2014 all’11 gennaio 2015

Il semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea è l’occasione ideale per presentare ad un pubblico europeo la sorprendente personalità di un ricco ed ignoto principe etrusco dell’opulenta città di Vulci. Nella primavera del 2013 la Soprintendenza, tra le molte sepolture della Necropoli detta dell’Osteria, ha fatto riemergere una tomba monumentale che ha restituito le preziose mani in lamina d’argento ed oro, unico resto della pregiata statua deposta come simulacro del principe defunto nella tomba di famiglia scavata nella roccia. Dal passato riaffiorano le vesti e gli ornamenti in materiali preziosi, i sontuosi vasi da banchetto, i carri e le bardature per i cavalli, che accompagnavano i principi etruschi nei momenti più importanti della loro vita e li seguivano fedeli nell’ultima dimora. Dall’Etruria Meridionale giunge così, dritta al cuore dell’odierna Europa, l’immagine di una società antica singolarmente avanzata, in grado di coniugare i propri valori con la capacità di accogliere, scambiare, condividere la cultura del Mediterraneo.
Bruxelles sarà il coronamento del viaggio che il principe e il suo straordinario corredo funebre hanno intrapreso con la prima esposizione al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e proseguito con successo a Vulci, al Castello della Badia, nei luoghi dove il principe e la sua famiglia hanno vissuto.
La scoperta si caratterizza non solo per lo splendore degli oggetti ma soprattutto perché gli studi e le analisi avviate hanno consentito di aprire nuovi scenari sul paesaggio della Vulci del VII sec. a. C. e sulle complesse tecnologie elaborate in un così lontano passato.

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