FERNANDA MANCINI. IL PENSARE LE IMMAGINI È IL LUOGO E IL TEMPO DELLE ICONE. Presentazione del volume, mercoledì 5 giugno 2019, ore 17.30, Sala Mostre e Convegni Gangemi editore, Roma

FERNANDA MANCINI. IL PENSARE LE IMMAGINI È IL LUOGO E IL TEMPO DELLE ICONE. Presentazione del volume, mercoledì 5 giugno 2019, ore 17.30, Sala Mostre e Convegni Gangemi editore, Roma

Mercoledì 5 giugno 2019, alle ore 17.30, presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi editore di Roma, via Giulia 142, presentazione del volume Fernanda Mancini. Il pensare le immagini è il luogo e il tempo delle icone a cura di Mariano Apa. Gangemi editore.

Un praticare l’arte come esperienza del pensiero, come eccitazione di una mistica visione. Fernanda Mancini tra Roma e Berlino, tra Monaco e Varsavia, ridisegna l’Europa dell’Avanguardia con i sentimenti, la disciplina e le passioni della Poesia. Nel corso degli anni il ricercare nelle terre e nelle acque delle arti e il confabulare con l’arte e il trovare dell’arte, han condotto Fernanda Mancini ad una sua coerente e giustificata compagine critico estetica, pervenendo ad una felice rappresentazione di uno spazio d’arte dove l’emozione conduce a maturità di espressione la plurale disponibilità delle proprie intuizioni. Non si tratta di rincorrere le quantificate cataste accumulate dai calendari degli inquadramenti storico critici; si tratta per l’artista nella propria coscienza di far maturare un disincanto che traduca la bonaccia nichilista in frescura aurorale, là dove lo sguardo raccoglie i suoi tutti degli inizi. Ciascun artista ambisce alla identità della propria forma, del linguaggio e dello stile, che dimostri il proprio vedere. Cosí Fernanda Mancini realizza uno scomparto di cicli iconografico iconologici volti a definire, in una prospettiva di ampio respiro, la qualità di una eccellenza che infine proclama nei propri lavori la propria specifica unità. Il lavoro è sostenuto da una solida impalcatura filosofica. Affinando il pensare filosofico alla lettura di scritture “epico/epocali” – da Rilke a Mann, ad esempio – Fernanda Mancini evita le domande della tradizione concettualisticamente tautologica e si innerva per sentieri che, tra il trascorso heideggeriano del sentiero interrotto ed eventualmente anche comunque dove l’essere risulta del sentiero ritrovato, svelano l’intrico felice dell’essere l’arte un Bosco Sacro dove, se pur inconsciamente, si rincorrono le sapienze di Puvis de Chavannes o i funambolici deliri misticheggianti di Joséphin Péladan; da cui i sali caldissimi delle saune francesi, a Parigi in Estate, che nell’opera di Fernanda Mancini si convertono nelle fredde stanze tedesche – con gli Inverni di Weimar e München – dove pensano e respirano Wolfgang Goethe e Franz von Stuck: cosí che l’insieme della ricerca di Mancini sembra quasi come pervenuta ad una sua originale riscrittura del rivisitato Wilhelm Meister.

intervengono
Mariano Apa, Curatore del volume
Stefania Salvadori, Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana, membro del laboratorio Analitico dell’Immagine, Artista

sarà presente l’Artista

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