GIULIO REPULINO. SINESTESÌE CROMATICHE Inaugurazione della mostra, venerdì 7 dicembre 2018, ore 17.00, Sala Mostre e Convegni Gangemi editore, Roma

GIULIO REPULINO. SINESTESÌE CROMATICHE Inaugurazione della mostra, venerdì 7 dicembre 2018, ore 17.00, Sala Mostre e Convegni Gangemi editore, Roma

Venerdì 7 dicembre 2018, alle ore 17.00, presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi editore di Roma, via Giulia 142, inaugurazione della mostra Giulio Repulino. Sinestesìe Cromatiche. Catalogo Gangemi editore.

Quello di Giulio Repulino è un percorso artistico variegato che si sviluppa nel corso degli anni in maniera coerente segnato dalle sue precise e attente convinzioni e svincolato da ogni tipo di regola formale. Alimentato da una perenne curiosità Giulio Repulino non ama soffermarsi bensì ferve in lui quell’esigenza di mettersi continuamente in discussione che lo porta a realizzare opere di impatto comunicativo ed emozionale dove la dissoluzione delle forme unita ad un uso spregiudicato delle tinte testimoniano una grande capacità creativa, mai inquadrata entro schemi rigidi.
La sua produzione diventa così testimonianza di un implacabile desiderio di esprimersi, di comunicare con il fruitore, di stuzzicarlo, di incuriosirlo, di aprirgli nuovi orizzonti e spunti di riflessione. È evidente in ogni sua opera la capacità di affiancare al valore estetico il pensiero teorico dell’artista, il suo punto di vista sul mondo, su ciò che oggettivamente lo circonda e lo coinvolge.
Attento osservatore e artista poliedrico in Repulino si scorge quel senso di spontaneità e libertà assoluta dove segno e cromie entrano in rapporto quasi simbiotico ed insieme contribuiscono ad appagare la sua volontà di non rendere mai troppo esplicito il contenuto. L’abilità nel riuscire ad andare oltre la standarizzazione dell’immagine e del concetto evoca un’esperienza profonda, vissuta, a volte sofferta ma sempre ragionata e pensata generando quel fascino accattivante dato solo da un sapiente accostamento di istinto e ragione, rigore e fervida fantasia, riflessività e irriverenza.
La profonda ispirazione unita alla capacità tecnica, alla perenne ricerca, ad uno studio colto e ardito, che abbraccia sia la sperimentazione dei materiali che la destrutturazione delle immagini, evocano un lirismo d’insieme dove a è lasciato al caso e dove l’uomo e l’artista si incrociano per unire il loro cammino lungo un percorso fatto di innovazione e di impatto…
Ad un’attenta osservazione notiamo come le forme ora astratte, ora arcaiche e primarie sono volte all’eliminazione del superfluo narrativo al fine di arrivare in maniera diretta ed incisiva all’essenza del concetto e si sposano al dinamismo cromatico in un gioco colto che diventa esercizio immaginativo.
Il lirismo di Repulino si esplica nella scelta dei titoli che accompagnano sapientemente l’opera generando quel senso di scalpitante curiosità nell’osservatore, quasi a volerlo mettere alla prova per non lasciarlo indifferente. Materia e forma procedono assieme amalgamandosi alla scelta dei soggetti e rimandando alla concezione filosofica tommasea secondo la quale l’essenza altro non è che l’unione di questi due elementi. In questo complesso e denso percorso, l’incessante ed armonico andamento ritmico rispetta la scelta dei soggetti trattati in rapporto perenne alla materia e alla forma: in ogni sua creazione c’è la personale capacità di tradurre l’essenza delle cose, di comunicare ciò che pensa, ciò che la sua mente elabora, ed il suo pensiero unito all’emotività diventa messaggio del fervente impatto emotivo che ritroviamo in ogni espressione creativa.
Repulino è animato da un moto di spirito in perenne fermento che fa sì che ogni sua opera non sia mai banale o scontata. La sua curiosità gli suggerisce inoltre di mettersi alla prova con la nobile tecnica dell’arazzo, reinterpretato in chiave contemporanea, in un tripudio di colori vivi che abbracciano l’osservatore carichi di fascino evocativo, dove le linee diventano movimento e le cromie si fanno ora morbide ora squillanti, portatrici non solo di un messaggio ma anche e soprattutto di una storia e/o di un colto concetto come esplicano i titoli delle stesse.
L’ardita sperimentazione tecnica trova inoltre libertà assoluta di espressione nei numerosi “Ziribigli” grazie ai quali Giulio Repulino si confronta con i colori più disparati ricavati da materie del tutto naturali arrivando ad una resa cromatica perfetta e accattivante. Realizzati su supporti “atipici” che contribuiscono a caricarli di carisma e incanto essi sono tenuti insieme da un vocabolo curioso, arcaico e inusuale il cui significato (canto libero degli uccelli) rimanda all’idea di libertà che altro non è che il comune denominatore di tutta la produzione dell’artista.
Nella sua lunga carriera non ha mai abbandonato l’amore per l’antica e nobile tecnica del bucchero, rivisitata, reinterpretata, resa attuale e contemporanea grazie alla particolarità delle forme e all’uso impattante del colore sempre capace di catturare l’attenzione e la curiosità di chi osserva. Una produzione che sorprende sempre lo spettatore con quella spontanea abilità di instaurare con esso una comunicazione profonda in grado di andare oltre la mera bellezza estetica e formale e di lasciare un “valore aggiunto”, un input nuovo, uno stimolo riflessivo diverso, un punto di vista inatteso sulle cose.

saluto di benvenuto
Emilia Gangemi

intervengono
Monica Ferrarini, Critico d’arte
Mariella Zoppi, Professore Emerito di Architettura del Paesaggio dell’Università di Firenze

sarà presente l’artista

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