Libri: il 20/9 presentazione ‘L’odore del Novecento’ di Luigi Trincia

(ASCA) – Roma, 10 set – Giovedi’ 20 settembre Aldo Cazzullo, Antonello Biagini e Mario Avagliano presentano a Roma il nuovo libro dello storico e saggista Luciano Trincia, dal titolo ”L’odore del Novecento. Guerre, migrazioni, luoghi di memoria nelle carte” di Luigi Trincia (1912-1990), edito da Gangemi Editore. La manifestazione, durante la quale sara’ letto un messaggio di saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si svolgera’ nella Sala Mostre e Convegni di Via Giulia 142, con inizio alle ore 17.30.

Uscito nell’ambito delle celebrazioni per il 150* dell’Unita’ d’Italia, il libro – si legge in una nota – e’ la storia di un ”italiano comune”, senza alcuna carica politica o istituzionale, il cui percorso umano diventa pero’ paradigmatico di un’intera generazione di donne e di uomini, passati attraverso l’esperienza del primo dopoguerra, del fascismo, della ricostruzione.

”La documentata ricostruzione – sottolinea il messaggio del Capo dello Stato – evidenzia il ruolo di primo piano svolto da figure di riferimento femminili caratterizzate da grande forza e modernita’ di scelte, sobria operosita’ e inesausta tenacia nel sostenere lo sviluppo economico e sociale del Paese e la sua rinascita morale e materiale all’indomani di due conflitti mondiali, dimostrando di saper affrontare con dignita’ e coraggio situazioni spesso drammatiche”.

Il volume, corredato da numerose foto e documenti d’epoca, e’ uno sguardo, se non originale, certamente efficace, sul ”secolo breve” e sulle vicende di alcune famiglie di gente comune, narrate in uno stile essenziale e senza velature retoriche. Dai numerosi brani di lettere e diari del periodo risulta un vivace spaccato dell’identita’ personale e collettiva nell’Italia del Novecento, una fotografia a volo d’uccello sul paese e sulle sue trasformazioni dai primi anni del secolo alla caduta dei regimi comunisti. L’odore del Novecento di Luciano Trincia diventa cosi’ l’occasione per guardarci indietro e capire meglio come siamo adesso, trasformando una storia minima in emblema di una storia collettiva.

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