PAESAGGI COLTIVATI, PAESAGGIO DA COLTIVARE Presentazione del volume a Roma Biblioteca Rispoli 2 aprile

PAESAGGI COLTIVATI, PAESAGGIO DA COLTIVARE Presentazione del volume a Roma Biblioteca Rispoli 2 aprile

Venerdí 2 aprile alle ore 18, presso la Biblioteca Rispoli a Roma (piazza Grazioli 4) verrà presentato il volume di Alessandra Cazzola dal titolo “Paesaggi coltivati, paesaggio da coltivare”, pubblicato per i tipi della Gangemi Editore.

Il carattere globale della crisi del nuovo millennio propone a tutto il mondo il problema cruciale dell’agricoltura, non perché la soluzione consista in un improbabile ritorno al passato, ma perché è necessario riflettere con senso critico sugli errori commessi e riprendere in mano l’indirizzo corretto di tutte le risorse, monetizzabili e non, proiettandosi finalmente verso un uso sostenibile dello sviluppo. Risorsa terra§ risorsa acqua§ risorsa cibo. Risorsa umanitৠrisorsa salute§ risorsa equilibrio, e – perché no? – risorsa saggezza. Non ultima, risorsa bellezza: per l’Italia il paesaggio è il più grande patrimonio a disposizione, e la sua valorizzazione rappresenta una delle sfide più attuali che la politica ha di fronte. Rapporti e interdipendenze tra tradizione e modernità, tra città e campagna, tra paesaggio e attività agricole… Scelte politiche e governo del territorio…Salvaguardia, gestione, pianificazione.

Si può studiare il paesaggio agrario come cartina di tornasole di fenomeni urbanistico-ambientali e socio-economici, come configurazione di assetti spaziali, come sede di usi produttivi e di equilibri ecologici, e come sedimentazione di storia e di cultura, come ricchezza identitaria. Più di qualunque altro, il paesaggio agrario è frutto dell’azione continua dell’uomo§ più di ogni altro è stato ferito e stravolto, reso anonimo da una concezione solo quantitativa del progresso. Eppure resiste: dai pascoli alpini ai campi padani, dai colli toscani all’agro romano, dagli uliveti pugliesi ai giardini siciliani, il nostro paese presenta un suggestivo intreccio di fascino ambientale e di lavoro umano, che ancora si può preservare. L’agricoltura può tornare ad essere un’attività composita, in cui la produzione alimentare continui ad essere centrale, ma si integri con la manutenzione del territorio, con il presidio dello spazio aperto, con la reinterpretazione delle identità locali, con il turismo consapevole, con la protezione dei beni culturali.

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