Presentazione del libro di Arcangelo Mafrici “Magia del mito greco”
Presentazione del libro di Arcangelo Mafrici “Magia del mito greco”
Giovedí 18 dicembre 2008, alle ore 17, presso il Circolo Antico Tiro a Volo di Roma (Via Eugenio Vajna 21 – Piazzale delle Muse) si terrà la presentazione del libro di Arcangelo Mafrici “Magia del mito greco”, pubblicato per i tipi della Gangemi Editore.
Interverrà alla presentazione il Presidente della Corte Suprema di Cassazione, Vincenzo Carbone.
Carbone è stato definito “magistrato di vivissima intelligenza e di vastissima cultura”§ una cultura che comprende anche interesse e conoscenza del mito. Questa la ragione della sua attenzione al libro di Mafrici.
Il mito, scrive Mafrici fu, prima, racconto leggendario, trasmesso oralmente, per secoli, da padre in figlio§ poi, dall’800 avanti Cristo, si fece scrittura, pensiero razionale, filosofia, storia e arte.
Esso, in origine, muovendo dal Caos, raccontò la nascita dell’Universo, delle cose inanimate, degli dèi, degli uomini e degli eroi. Gli aedi e i rapsodi, narratori di professione (primi, fra tutti, Omero ed Esiodo) furono i poeti detentori della conoscenza e del sapere. Essi, con la sola parola, trasmisero alle genti quel sapere e quella conoscenza, lungo le strade e nelle piazze della Grecia. Con la nascita della scrittura, il mito morí§ e rimase intera e indelebile la memoria, a improntare di sé il pensiero e le arti di ogni tempo. Infatti, è vero che Senofone, nel 500 avanti Cristo, contestò alla radice ogni valore del mito§ e che, fin da allora, prese avvio l’avvento della ragione. Gli uomini non avevano più necessità o motivo di ricorrere agli déi. E, dunque, non si crearono più leggende mitiche.
Ma è pure vero che ancora, per molto tempo, rimase la memoria del mito, lontana dal discernere tra vero e verosimile. Tanto che, ancora nel 212 dopo Cristo, Augusto istituiva a Roma i giochi detti “Ludi Apollinares”§ che erigeva sul Palatino un tempio ad Apollo§ e che attribuiva, addirittura, al favore del Dio il conseguimento delle sue vittorie.
E si dovrà attendere il IV secolo dopo Cristo per allontanare i cittadini dagli altari di Demetra. Fu allora, infatti, che Teodosio il Grande decretò la fine del culto della dea.
Tutto questo si coglie nel dipanarsi del racconto di Mafrici. Tuttavia, appare di particolare rilievo la scelta degli dèi e degli eroi, sui quali si sofferma l’autore, nello sconfinato mare dei personaggi della mitologia greca. E’ difficile dimenticare Afrodite, Apollo, Artemide, Era, Eros, e Psiche, Bellerofonte ed Aiace. Al ritratto di ognuno di costoro, e ad altri, Mafrici dedica pagine incisive, talvolta venate di sottile ironia§ ed appare particolarmente divertito quando ha a che fare con le dee e con i loro non molto castigati costumi. Anche in questo libro Mafrici, immergendosi nel mondo del mito, vive la capacità di meravigliarsi e di stupirsi. Era ciò che voleva, e ci è riuscito. Anche in un’altra fatica (“L’Universo e l’atomo”) egli stupisce se stesso§ e stupisce con immediatezza il lettore, conducendolo con leggerezza nel mondo della relatività e nel mondo dei quanti.
E adesso, come non meravigliarsi e stupirsi di Eurínome che, venuta al mondo del Caos, non trovò a su cui poggiare il piede§ e di Afrodite, nata dalla spuma del mare§ e di Ermes, dio che proteggeva i ladri e gli imbroglioni§ e di Cassandra condannata a dire il vero e a non essere creduta§ e di Caronte che pretendeva un compenso per traghettare le anime da una sponda all’altra del fiume Stige?
Da una parte, il libro di Mafrici dice quanto sul mito e sulle leggende poggino importanti fondamenta della nostra civiltৠcosí come poggiano solidi, in luoghi leggendari, i templi maestosi di Efeso, di Atene, di Paestum e di Agrigento. Dall’altra parte, l’attualità del libro si impone in modo esplicito con la sua capacità di suscitare meraviglia e stupore: in questo nostro tempo povero di sane emozioni e spesso pervaso dalla tecnica onnipotente e fredda. Come dire che i giorni sono tristi se si perde il senso della meraviglia. Il senso di cui è colma “La magia del mito greco”.
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