Roma, Complesso archeologico delle Case romane del Celio, venerdì 5 maggio, ore 18.00, inaugurazione della mostra ANTONIO FIORE UFAGRÀ. PASSATO PRESENTE E FUTURISMO. Catalogo Gangemi editore
Roma, Complesso archeologico delle Case romane del Celio, venerdì 5 maggio, ore 18.00, inaugurazione della mostra ANTONIO FIORE UFAGRÀ. PASSATO PRESENTE E FUTURISMO. Catalogo Gangemi editore
Venerdì 5 maggio 2017, alle ore 18.00, presso il complesso archeologico “Case romane del Celio” di Roma, Clivo di Scauro, inaugurazione della mostra Antonio Fiore Ufagrà. Passato, presente, futurismo a cura di Giorgio di Genova e Romina Guidelli. Catalogo Gangemi editore.
Mostra aperta al pubblico fino al 5 giugno 2017
tutti i giorni ore 10.00-13.00 e 15.00-18.00, eccetto il martedì e mercoledì
Antonio Fiore, nato a Segni nel 1938, è considerato dalla critica specialistica l’erede dei futuristi dell’ultima generazione. Non si considera però un epigono del movimento marinettiano, bensí un continuatore dello spirito futurista, lo stesso che gli trasmisero direttamente alcuni protagonisti dell’ultimo Futurismo con i quali ebbe rapporti intensi e fecondi. Fu infatti Sante Monachesi nel 1978 ad indirizzarlo verso la ricerca post futurista facendolo aderire al Movimento AGRÀ che aveva fondato nel 1962, battezzandolo futuristicamente UFAGRÀ (Universo Fiore AGRÀ). Conobbe anche Francesco Cangiullo, famoso poeta parolibero futurista, che gli trasmise suggestioni per i contenuti delle opere della prima stagione. Con Elica e Luce Balla, le figlie del Maestro del Futurismo, il pittore di Segni e la sua famiglia hanno vissuto una lunga, cordiale e feconda amicizia tessuta anche fra i ricordi entusiasmanti della vicenda futurista del padre. Infine, ha avuto rapporti con Mino Delle Site e Osvaldo Peruzzi, futuristi dell’ultima generazione e, soprattutto, con Enzo Benedetto, futurista anche lui che con la Dichiarazione Futurismo Oggi del 1967 sancí la continuità ideale del Futurismo. A Fiore Benedetto lasciò idealmente il testimone della continuità dell’ideale marinettiano. Tali contatti con i futuristi sono documentati per la prima volta dalle pagine inedite di memorie scritte molti anni fa dalla moglie dell’artista, Maria Pia e riportati per la prima volta nel testo di Massimo Duranti, in occasione della grande antologica di Fiore al CERP, Centro Espositivo Rocca Paolina di Perugia che, pur non negando i debiti di Fiore verso il Futurismo, tende ad affrancarlo dall’etichetta di post futurista. La cosmopittura del pittore segnino viene in tale occasione ridefinita come un preciso linguaggio evolutivo di un’idea che esplora spazi siderei non conosciuti, dove l’artista immagina colori e forme fiammeggianti che fluttuano magmaticamente nel vuoto.
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