Roma, Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, martedì 26 marzo 2019, apertura al pubblico della mostra MORTALI IMMORTALI. I TESORI DI SICHUAN NELL’ANTICA CINA. Catalogo Gangemi editore
Roma, Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, martedì 26 marzo 2019, apertura al pubblico della mostra MORTALI IMMORTALI. I TESORI DI SICHUAN NELL’ANTICA CINA. Catalogo Gangemi editore
Martedì 26 marzo 2019, presso i Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali di Roma, via Quattro Novembre 94, apertura al pubblico della mostra Mortali immortali. I tesori di Sichuan nell’antica Cina. Catalogo Gangemi editore.
Mostra aperta fino al 18 ottobre 2019.
Tutti i giorni 9.30 – 19.30
Con forti effetti scenografici potenziati dal contesto monumentale dei Mercati di Traiano, si presenta la mostra che vuole far conoscere al pubblico occidentale la civiltà del popolo Shu attraverso l’esposizione di 145 reperti provenienti dalle maggiori istituzioni museali della Provincia del Sichuan. Allestita fino all’11 marzo 2019 a Napoli, la mostra ha messo in scena 145 opere mai presentate in Europa in una rassegna cosí estesa ed ora aggiunge, come omaggio alla Roma Imperiale, 15 nuovi oggetti cultuali, tra i quali si distinguono tre bellissime maschere in bronzo.
Non è solo il numero delle opere a colpire lo spettatore, ma il loro valore artistico e l’antica storia che raccontano. Esse sono infatti costituite dagli eccezionali ritrovamenti venuti alla luce nel corso di indagini archeologiche condotte a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso nella provincia del Sichuan, in particolare nei siti di Sanxingdui e Jinsha e nei cimiteri di Qinqbaijiang Shuangyan e Xindu Majia. Gli oggetti, appositamente selezionati dai curatori cinesi, coprono un lungo periodo di tempo, andando dal 1600 a.C. (epoca Shang) al 220 d.C. (epoca Han), ovvero fino alla scomparsa della cultura Shu. Essi indicano come la cultura Shu sia stata permeata da profonda religiosità, esprimendo un mondo nel quale gli uomini vivevano in armonia con le divinità e la natura, interrotto dalla conquista e trasformato dalla “consapevolezza della natura umana”.
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