Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, lunedì 20 maggio, inaugurazione della mostra CAPOLAVORI DELL’ARCHEOLOGIA il cui catalogo è edito per i tipi della Gangemi Editore
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, lunedì 20 maggio, inaugurazione della mostra CAPOLAVORI DELL’ARCHEOLOGIA il cui catalogo è edito per i tipi della Gangemi Editore
Lunedì 20 maggio, alle ore 18.00, presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, inaugurazione della mostra “Capolavori dell’Archeologia. Recuperi, Ritrovamenti, Confronti” il cui catalogo è edito per i tipi della Gangemi Editore.
In occasione della presentazione di una recente operazione dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, grazie alla quale sono stati recuperati a Roma e dintorni circa 2.500 oggetti, alcuni rarissimi, risalenti ai secoli VIII a.C.-II d.C., sono stati resi noti i dati sulle sottrazioni illecite a danno del patrimonio artistico effettuati in Italia nel 2012: 891 furti, 133 solo nel Lazio, 17.338 oggetti spariti. I luoghi più violati sono state le chiese con 424 incursioni di ladri. Tuttavia è sempre il patrimonio archeologico il più colpito, come testimoniano le recenti irruzioni nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e nella Villa dei Quintili sull’Appia, rimaste ancora senza soluzione. In occasione della 32^ Mostra Europea dal titolo “ Capolavori dell’archeologia” presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, il Centro Europeo per il Turismo quest’anno celebra i venti anni di esposizioni dedicate alle opere recuperate dalle nostre Forze dell’Ordine. E di questo impegno e di questa tenacia ringrazio il Presidente Giuseppe Lepore e tutto il personale del Centro Europeo per il Turismo. Nella presente edizione, la mostra è dedicata ai capolavori dell’archeologia, oggetto di interesse e, direi, passione da parte dei collezionisti e intenditori d’arte, tale da alimentare costantemente azioni malavitose. Si tratta di opere di inestimabile valore provenienti da siti e musei di tutta Italia, come il sarcofago delle quadrighe di Aquino o il cratere di Eufronio del museo di Villa Giulia, con il trasporto del corpo di Sarpedonte (515-510 a.C.), restituito dal Metropolitan Museum di New York nel 2006. Tra le sculture greche e romane, merita una menzione speciale la statua di Vibia Sabina, moglie di Adriano, del II secolo d.C., anch’essa restituita dagli Usa e oggi ospitata nell’ antiquarium di Villa Adriana a Tivoli. A chiudere la mostra sono, infine, due straordinari sarcofagi recuperati: quello delle quadrighe di Aquino, rubato una prima volta nel ‘ 90 e una seconda nel ‘ 91 e recuperato solo nel 2012, e quello delle Muse della necropoli ostiense, che sono esposti insieme al sarcofago della fanciulla di Grottarossa (II secolo d.C.), ritrovato invece inviolato anni fa. L’esposizione, dunque, documenta l’inarrestabile impegno profuso dalle Forze dell’Ordine, che, grazie anche a nuovi metodi di indagine e di cooperazione, come la formidabile banca dati Leonardo interoperabile con i sistemi informativi del Mibac, consente al nostro paese e alla comunità internazionale di rientrare in possesso di un patrimonio prezioso, insostituibile, di grande valore culturale. E di questo ringrazio, non solo come Soprintendente ma anche come cittadino, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato. La mostra quest’anno è complessa e molto articolata, perché non presenta solo i capolavori in una carrellata espositiva, ma vuole esaltarne il valore storico-artistico, comunicando così al visitatore da una parte l’eccezionalità del reperto, dall’altra il danno provocato al nostro patrimonio. Il percorso museale infatti presenta due livelli di lettura: contestualizza le opere illustrando la sede di provenienza, e ciò permette di conoscere quali lunghi percorsi ha effettuato il prezioso reperto, e quali attente indagini sono state necessarie per il recupero; presenta confronti con altri beni della stessa area geografica e dello stesso periodo, e questo consente al pubblico di comprendere quale tassello importante sia stato sottratto al patrimonio italiano. D’altronde, i curatori dell’esposizione davano ampia garanzia sulla qualità dell’ evento. La mostra infatti è a cura di Maria Grazia Bernardini, direttore del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, che qui ringrazio insieme a tutto il personale del Museo, e di Mario Lolli Ghetti, nostro Direttore Generale fino a poco tempo fa, i quali si sono avvalsi del supporto scientifico di Eugenio La Rocca, notissimo e illustre archeologo. Ringrazio anche loro con grande riconoscenza. La mostra non intende solo rendere visibile l’attività delle Forze dell’Ordine: la speranza è che sensibilizzando l’opinione pubblica sul valore dei reperti illustrato così attentamente, si possa sempre più porre freno all’attività malavitosa dei furti e dell’esportazione illecita dei beni culturali. E’ vero che questo auspicio risale già ai tempi di Leone X e ai continui editti che si sono succeduti nel corso dei secoli, ma mi auguro veramente che questa iniziativa aiuti a formare nel pubblico la coscienza del valore del patrimonio dell’Italia e il desiderio di difenderlo, di mantenerlo nostro, di esserne orgogliosi.
Dalla prefazione di DANIELA PORRO, Soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma
In mostra fino al 5 novembre 2013
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