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Sabato 26 Maggio alle ore 17.30, alle Scuderie Aldobrandini di Frascati, inaugurazione della mostra “Gianfranco Notargiacomo – Sintetico”. Il catalogo, edito dalla Gangemi, è disponibile in tutte le librerie e sul sito www.gangemi.com

Sabato 26 Maggio alle ore 17.30, alle Scuderie Aldobrandini di Frascati, inaugurazione della mostra “Gianfranco Notargiacomo – Sintetico”. Il catalogo, edito dalla Gangemi, è disponibile in tutte le librerie e sul sito www.gangemi.com

Dal 26 maggio al primo luglio 2007

“Gianfranco Notargiacomo – Sintetico.

Opere dal 1971 al 2007”

Scuderie Aldobrandini – Frascati

(Piazza Marconi, 6)

orario: dal martedí al venerdí ore 10.00 – 18.00§ sabato, domenica e festivi ore 10.00 – 19.00

Catalogo GANGEMI EDITORE

L’esposizione si apre con un Autoritratto dell’artista realizzato in plastilina, una sorta di benvenuto al visitatore e che riecheggia le sue famose sculture, dello stesso materiale, allestite nel 1971 nella mostra Le nostre divergenze nella storica galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Oltre duecento “omíni” in plastilina dislocati nello spazio, rappresentarono allora uno straordinario esempio di intervento installativo, ancora oggi attualissimo e perfettamente calato in quella volontà di andare “oltre la pittura” (peraltro nel 1968 inaugurata con Teatro delle Mostre dalla stessa galleria e che Sargentini adotterà come scelta portante della nuova sede della sua galleria) che Notagiacomo caricò di significati ideologici. In questo ha anticipato molte delle prese di posizione impegnate che in quegli anni caldi coinvolsero numerosi artisti e intellettuali. Alcune di queste piccole sculture, oggi rare, possiamo ammirarle in mostra davanti a un pannello di grandi dimensioni che riproduce l’allestimento originario.

Accanto a queste opere, che testimoniano l’attenzione dell’artista per la sperimentazione dei linguaggi e, parallelamente, lo inquadrano correttamente all’interno di una ricerca di grande importanza in quel periodo nel nostro paese, sono esposti due Ritratti di filosofi proposti nel 1974 alla galleria La Tartaruga nella personale Storia privata della filosofia. Questi quadri e questa mostra rappresentarono una svolta verso la scelta pittorica che Notargiacomo aveva compiuto prestissimo (Autoritratti, galleria La Salita 1973 con Sandro Chia), intensificandola tanto da porsi come uno dei più decisi protagonisti di quel “ritorno alla pittura” che di lí a poco si affermerà non solo in Italia. Questa strada sarà intrapresa dall’artista percorrendone il filone essenzialmente non figurativo di cui la mostra attuale presenta alcune delle opere più rappresentative.

Sono quindi proposti negli ampi e suggestivi spazi delle Scuderie Aldobrandini, in uno spettacolare allestimento, grandi dipinti del ciclo Tempesta e Assalto degli anni ’80 e della serie Takète: sculture aguzze e tele dominate da un dinamismo catalizzante che sembrano fondere perfettamente da una parte velocità ed energia di ricordo futurista, dall’altra alcune più felici tracce graffitistiche. Questa serie, in tutte le sue derivazioni, pure caratterizza tutta l’attività recente dell’artista, che è riassunta anche nelle grandi tele storiche come 1950 del ciclo Nuvolari, esposta alla Biennale di Venezia del 1982, ora al Macro di Roma, o 1945, una delle quali è oggi a Napoli in Castel Sant’Elmo e dove il colore fluorescente si carica di forza nelle grandi punte metalliche sovrapposte. Questa sezione, che conta circa dieci grandi tele, si chiude con il quadro Rosso Rosso, eseguito con le stesse pennellate fluttuanti e vorticose, ma che conclude la stagione dei toni metallici dei neri e degli argenti, per aprire alle cromie squillanti e decise della nuova maniera degli anni ’90. Di questo periodo sono selezionate opere come Il Caos e i giganti, dalla mostra Storia astratta della filosofia presso il Museo Laboratorio dell’Università di Roma La Sapienza (1995) e della quale in questa nuova sede è riproposto parte dello stesso allestimento, realizzato con dipinti e sculture che dialogano tra loro con un effetto sorprendentemente coinvolgente.

Nell’ultima parte dell’Antologica di Notargiacomo sono selezionati i grandi quadri dalla fine degli anni ’90 a oggi. Tra questi, Senza titolo Siena (2000), attualmente nella collezione del Ministero degli Esteri. Opere essenzialmente di grandi dimensioni, colorate e campite da bande dalle tinte forti e talora dissonanti che attraversano la superficie pittorica, o rese da complessità cromatiche in cui si fanno spazio inserti di metallo o di legno puntati verso l’alto e rappresentati con pennellate veloci e vibranti. Esempio pregnante dell’ultima produzione nella quale l’energia, elemento sempre

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