Recensione del volume
SAN PIETRO. FOTOGRAFIE DAL 1850 AD OGGI
Recensione del volume
SAN PIETRO. FOTOGRAFIE DAL 1850 AD OGGI
SAN PIETRO. FOTOGRAFIE DAL 1850 AD OGGI
Al Museo di Roma Palazzo Braschi, una rassegna fotografica promossa in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della fondazione della Basilica di San Pietro, che propone immagini per la maggior parte provenienti dai fondi del Museo di Roma – Archivio Fotografico Comunale, dove si conserva la più importante raccolta fotografica romana dal 1845 ad oggi.
In tutto novanta esemplari di grande e grandissimo formato, dieci dei quali provenienti dall’archivio della storica agenzia Magum Photos, che ripercorrono la vita della Basilica dal 1853 ad oggi attraverso le varie occasioni storiche e festive, le cerimonie religiose, gli anni santi, le visite di personaggi illustri, l’elezione di pontefici sino al funerale di Giovanni Paolo II.
Ma non un semplice album fotografico dedicato a San Pietro e alla sua architettura, quanto un viaggio nel tempo ed il legame con l’avvicendarsi degli eventi umani che al suo interno hanno avuto luogo: certamente, nelle prime sperimentazioni fotografiche le vedute della Basilica di San Pietro sono iconograficamente simili ai dipinti e alle incisioni ma successivamente, con l’evolversi della tecnica fotografica, le immagini si animano, testimoniando le varie vicissitudini umane, il culto dei fedeli, le grandi occasioni storiche di incontro.
Comunque, non si tratta mai di immagini simili a sé stesse, per la presenza spesso della cupola della Basilica e della stessa piazza, in quanto la varietà di angolature, di effetti atmosferici e di avvenimenti le rendono sempre diverse pur nella loro unicità tematica§ non va inoltre dimenticato il forte mutamento urbanistico che ha letteralmente sconvolto la zona di Borgo, come l’incanalamento delle acque del Tevere e la costruzione di via della Conciliazione e la concomitante demolizione di alcuni edifici.
Lungo il percorso espositivo è possibile ammirare l’evoluzione della tecnica fotografica, dalle prime e più antiche carte salate, tratte da negativi su carta, fino alle stampe all’albumina, alle gelatine di bromuro d’argento di grandi e medie dimensioni per arrivare alle tecniche d’avanguardia.
Inoltre, al termine del percorso, all’interno di appositi visori sono collocate piccole vedute stereoscopiche che restituiscono l’effetto tridimensionale dell’immagine, permettendo di percepire la profondità spaziale attraverso la visione di due immagini dello stesso soggetto che l’occhio percepisce come una sola.
Ricordiamo, infine, che il Museo di Roma, che possiede circa venticinquemila positivi e cinquantamila negativi su lastra in vetro e su pellicola piana, da anni porta avanti un progetto di incremento delle collezioni al fine di unificare e conservare importanti testimonianze sulla storia della fotografia§ nello stesso Museo si conservano i fondi storici del XIX e XX secolo in uno a quelli dei collezionisti e studiosi Valerio Cianfarani, Silvio Negro e del fotografo G. Eugenio Chauffourier.
Completa la rassegna, organizzata da Zètema Progetto Cultura e curata da Anita Margiotta, Maria Elisa Tittoni e Patrizia Masini, un volume di grande formato edito da Gangemi Editore, con la riproduzione delle immagini proposte, fra i cui autori ricordiamo, tanto per fare qualche nome, Gianni Berengo-Gardin, Mimmo Jodice, Mario Cresci, Robert Eaton, James Anderson, Giacomo Caneva, Martin Parr, Tommaso Cuccioni.
Recensione di
Manuela Mattei
(Recensione dal sito internet
http://www.municipidiroma.it/forum/viewtopic.php?p=121&highlight=#121)
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