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UID 2014 – Italian survey & international experience

Atti del 36° convegno internazionale dei Docenti della Rappresentazione - Proceedings of the 36th International Conference of Teachers of the Representation UID

A cura di: Giandebiaggi Paolo, Vernizzi Chiara
Autori: Achille Cristiana, Alberti Erika, Amoruso Giuseppe, Angelini Andrea, Antoci Francesca, Arena Marinella, Argenziano Pasquale, Avella Alessandra, Baglioni Leonardo, Bagnolo Vincenzo, Bagordo Giovanni Maria, Ballarin Matteo, Balzani Marcello, Barlozzini Piero, Barros Costa Hugo, Bartoli Maria Teresa, Bartolomei Cristiana, Bassetta Manuela, Battini Carlo, Belardi Paolo, Bernetti Angelo, Bertacchi Silvia, Bertocci Stefano, Bianchi Alessandro, Bianchi Giorgia, Bianchini Carlo, Bianconi Fabio, Bigagli Michela, Bigas Vidal Montserrat, Bixio Antonio, Boido Maria Cristina, Bolognesi Cecilia, Bontempi Donatella, Borges Abel António Álvaro, Borin Paolo, Bortot Alessio, Boscaro Cristian, Bravo Farré Lluis, Brevi Fausto, Brumana Raffaella, Brusaporci Stefano, Buratti Giorgio, Calia Marianna, Calisi Daniele, Calvano Michele, Campanale Dario Boris, Campi Massimiliano, Canciani Marco, Cannavicci Chiara, Capone Alessio, Capone Mara, Caponi Tiziana, Cardaci Alessio, Cardinale Tiziana, Carnevali Laura, Carpiceci Marco, Casu Paola, Catuogno Raffaele, Cennamo Gerardo Maria, Centofanti Mario, Cerasoli Francesca, Cervellini Francesco, Chiavoni Emanuela, Cianci Maria Grazia, Cigola Michela, Cioffi Gianluca, Cirafici Alessandra, Cocchiarella Luigi, Cochelli Paola, Colistra Daniele, Colonnese Fabio, Conte Antonio, Corazzi Roberto, Corniello Luigi, Cosido Cobos Oscar Jesus, Crescenzi Carmela, Cresciani Giovanna, Cundari Cesare, Cundari Gian Carlo, Cundari Maria Rosaria, D’Agostino Pierpaolo, Damone Giuseppe, De Mattia Daniela Elisabetta, De Paoli Massimo, De Re Diego, de Rubertis Roberto, del Giudice Matteo, Della Corte Teresa, di Luggo Antonella, Di Paola Francesco, Di Puppo Mario, Donelli Andrea, Emanuele Gilda, Falcidieno Maria Linda, Falzone Patrizia, Farroni Laura, Fasolini Stefano, Fassi Francesco, Politecnico Di Milano 3d Survey Group, Fatta Francesca, Ferrari Federico, Ficarelli Loredana, Filippucci Marco, Florio Riccardo, Font Basté Maria Gloria, Foschi Paola, Frajese D'Amato Carmela, Frattolillo Andrea, Friso Isabella, Gaetani Flora, Gallina Simona, Gallozzi Arturo, Gambardella Carmine, Garzino Giorgio, Gasperuzzo Francesca, Gay Fabrizio, Giandebiaggi Paolo, Giordano Andrea, Giordano Paolo, Giovinco Gaspare, Giustiniani Claudio, Iarossi Maria Pompeiana, Incerti Manuela, Indelicato Davide, Inglese Carlo, Inzerillo Laura, Ippoliti Elena, Ippolito Alfonso, Iurilli Stefania, Kirilova Kirova Tatiana, Krasovec Lucas Lucia, La Mantia Mariella, Lanfranchi Fabio, Leserri Massimo, Lo Turco Massimiliano, Lorenzon Agnese, Macera Marcella, Maietti Federica, Maiolino Francesco, Maiorano Anna Christiana, Manferdini Anna Maria, Manti Andrea, Marotta Anna Giuseppina, Marrocco Rosario, Martínez Mindeguía Francisco, Martini Luca, Martone Maria, Massari Giovanna Angela, Masserano Silvia, Matteoli Lorenzo, Mediati Domenico, Mele Giampiero, Melley Maria Evelina, Menchetelli Valeria, Mercade Brulles Juan, Meschini Alessandra, Mezzino Davide, Moglia Giuseppe, Mollicone Antonio, Monteleone Cosimo, Montella Roberta, Navarro Camallonga Pablo, Navarro Esteve Pablo, Nespeca Romina, Nichilo Marilina, Novello Massai Giuseppa, Nuccitelli Valentina, Oreni Daniela, Osello Anna, Paderno Diego, Pagliano Alessandra, Palestini Caterina, Palmero Iglesias Luis Manuel, Palomba Daniela, Paluan Francesca, Panarotto Federico, Pancani Giovanni, Panza Maria Onorina, Papa Floriana, Papa Leonardo, Papa Lia Maria, Paris Leonardo, Parrinello Sandro, Pascariello Maria Ines, Pedron Marco, Pelliccio Assunta, Pirinu Andrea, Pisacane Nicola, Pisciotta Maria Bruna, Piscitelli Manuela, Pisu Claudia, Presta Claudio, Puma Paola, Quattrini Ramona, Rinalduzzi Silvia, Rolando Andrea, Rossi Adriana Marina, Rossi Daniele, Rossi Michela, Russo Michele, Sacchi Arturo Livio, Sanchis Sampedro Francisco Javier, Santagati Cettina, Sarabia Pedro, Scali Chiara, Scalzo Marcello, Scandiffio Alessandro, Sdegno Alberto, Senatore Luca James, Sicuranza Filippo, Spadafora Giovanna, Spallone Roberta, Spataro Valentina, Speranza Cristina, Tacchi Gaia Lisa, Tavolare Riccardo, Tolla Enza, Trevisan Camillo, Triggianese Angelo, Tunzi Pasquale, Valenti Graziano Mario, Velo Uliva, Verdoscia Cesare, Vernizzi Chiara, Versaci Antonella, Villa Daniele, Vitali Marco, Vitella Maurizio, Wahbeh Wissam, Zerbi Andrea, Zerlenga Ornella, Zoerle Stefano

Formato: 24 x 28,5 cm

Legatura: Cartonato

Pagine: 1056

Anno edizione: 2014

ISBN: 9788849229158

EAN: 8849229151

UB. INT. : T003c

Contenuto

ISSN 2611-4062

XI Congresso UID – Parma, 18/20 settembre 2014
I convegni/congressi periodici delle società scientifiche sono sempre stati lo strumento migliore e più efficace per rendersi conto dello stato di salute, di vivacità e di avanzamento della ricerca di una specifica comunità scientifica. Continuano ad esserlo, nonostante la scarsa considerazione che ad essi era stata riservata nelle prime impostazioni della VQR 2004-2010 e dai criteri per l’Abilitazione Scientifica Nazionale, che in parte permane e che rischia di allontanare da essi gli studiosi più giovani e più esposti alle estemporanee suggestioni derivanti da presunte ventate rinnovatrici, importate da tradizioni e realtà lontane dalla nostra.
Difficilmente da questi incontri viene fuori l’eccellenza assoluta, delegata da sempre – a seconda della specificità e della tradizione della comunità considerata – a monografie (come per le aree umanistico-sociali e in parte anche per la nostra) o ad articoli su prestigiose riviste scientifiche, internazionali ma talvolta anche solo nazionali, indicizzate o meno. Essi tuttavia danno un quadro più completo della situazione, su cosa si muove e come, sui temi di prevalente interesse (anche quando si è in presenza di incontri tematici) in una determinata fase, sulle tendenze in atto e sulla loro evoluzione.
Gli atti relativi sono quanto di più significativo possa esistere per una lettura in tal senso. Da sempre, cerco di acquisire quelli dei convegni della nostra area, anche di quelli ai quali non ho partecipato; li esamino, evidenziando ciò che, allo stato, mi pare più interessante; li conservo con cura, consultandoli immancabilmente quando debbo delineare lo stato dell’arte su qualche argomento che mi appresto ad affrontare.
Gli atti di questo Convegno di Parma – il 36° dei docenti delle Discipline della Rappresentazione nelle Facoltà di Architettura e di ingegneria – non si sottraggono a queste caratteristiche, anzi le confermano in pieno.
In primo luogo attestano – a dispetto di quanto gli uccelli di malaugurio, presenti anche al nostro interno, affermano – la consistente ripresa dell’attività di ricerca nell’area della rappresentazione grafica.
Sono pervenuti ben 119 contributi: un numero di tutto rispetto, se si pensa che siamo di fronte a convegni annuali, mentre altri appuntamenti omologhi, come i congressi di EGA o la International Conference on Geometry and Graphic (per citare incontri periodici ai quali partecipano alcuni di noi) si svolgono invece con cadenza biennale.
E se si considera che ben 54 contributi di colleghi italiani sono stati inviati, nello stesso tempo, a revisione per il Congreso internazionale EGrafiA 2014, che si terrà a Rosario (Argentina) solo due settimane dopo l’incontro di Parma.
Si conferma quindi, dopo i 117 interventi inviati al precedente convegno UiD di Matera, anche la forte ripresa di interesse per il nostro più importante appuntamento annuale. A tal fine, di sicuro ha giovato la decisione di renderlo finalmente itinerante – come si verifica per tutti quelli omologhi, ovunque nel mondo – con conseguente stimolo di dinamicità, protagonismo positivo delle sedi interessate, emulazione e tendenza ad adottare i protocolli più condivisi e le migliori pratiche organizzative: così come messo in atto dal gruppo di Parma, coordinato da Paolo Giandebiaggi, al quale va il più vivo ringraziamento dell’Unione e mio personale. Positivi, pertanto, sono stati l’anticipazione dei tempi di definizione delle tematiche e della call; l’adozione della responsabilità scientifica in capo allo stesso Comitato Tecnico Scientifico della UiD e di procedure partecipate di valutazione e selezione degli interventi, con la revisione mediante rigoroso processo di double blind peer review (con l’invio a un terzo revisore nei casi controversi), che ha coinvolto più di trenta colleghi, italiani e stranieri; l’adeguata stampa degli atti.
Ancora irrilevante in termini numerici la presenza di colleghi stranieri, a testimoniare da un lato la pochezza di relazioni internazionali di carattere istituzionale della UID e, dall’altro, il fatto che nell’ambito delle comunità scientifiche riconducibili alla rappresentazione grafica il Rilievo – tema del Convegno – è praticato con specifiche valenze didattiche e scientifiche quasi esclusivamente dagli italiani, dagli spagnoli di Expresión Gráfica Arquitectónica e (quello a vista) dagli argentini.
Di contro, come a Matera, dove gran parte degli interventi era comunque riconducibile a rilievi, proprio il tema scelto ha di sicuro aiutato la numerosa partecipazione a conferma che, ormai, gran parte dell’attività di ricerca del settore si sviluppa, in Italia, nel campo del Rilievo. È questo un dato inequivocabile, connesso a molti fattori di varia natura, a volte contrastanti e spesso correlati, sul quale dobbiamo riflettere a fondo, continuando il dibattito avviato nel 2012 al Convegno di Roma, «Elogio della teoria. Identità delle discipline del disegno e del rilievo».
Fino a che punto, ad esempio, ciò è dovuto al fatto che mentre nel campo della rappresentazioni infografica in effetti non si sono più registrati, a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso, sviluppi rivoluzionari, il Rilievo, invece, ha continuato ad avere negli ultimi anni trasformazioni/innovazioni significative? Di sicuro è il campo che ci offre la maggiore visibilità e le maggiori possibilità operative, in ambito accademico nelle relazioni scientifiche con altre aree culturali, nel trasferimento tecnologico, e quello nel quale si svolge la quasi totalità delle nostre attività di finanziamento mediante convenzioni conto terzi. È quello nel quale più possiamo mettere in mostra, oltre al “sapere”, la nostra capacità di “sapere fare”, tanto per usare uno slogan che negli ultimi due decenni ha caratterizzato, non sempre positivamente, tutta l’università italiana.
Certo, proprio questo Convegno conferma – pure con gli interventi pervenuti per la terza sessione – che, nel migliore dei casi, continua a trattarsi di ricerca applicata. Ne deriva che occorre porsi il problema della possibilità, più che dei margini, di affrontare anche in questo campo questioni ascrivibili alla ricerca teorica di base; magari con apporti interdisciplinari e strette relazioni con altri settori (informatica, in primo luogo).
A ben vedere, però, si tratta di un’attività che non solo coinvolge in maniera quasi esclusiva le generazioni più giovani della nostra area, ma ha avuto – sta avendo – conseguenze immense, impensabili prima, come sempre succede, e, forse, ormai già irreversibili per la nostra identità culturale e scientifica.
Non sono cambiati infatti solo e semplicemente gli strumenti e le tecniche di rilevamento e restituzione, che hanno stravolto il modo di operare e il linguaggio, rendendo in breve obsolete procedure che sembravano innovative e introducendo termini nuovi che hanno stravolto il lessico specifico, ancora alla ricerca di una propria stabilità. E che, come bene illustrato da Carlo Bianchini, delineano un «vero e proprio salto evoluzionistico: un cambiamento così radicale che credo possa portare a definire un Rilievo 2.0».
Sta cambiando l’oggetto stesso del nostro operare che, dal rilievo dell’architettura e degli ambiti urbani, si è esteso in maniera e in misura sempre più consistenti e ragguardevoli al rilievo di dipinti, parietali e non, anche di tombe, di sculture (antiche e contemporanee) e di oggetti, non più solo archeologici ma anche di design, perfino dei disegni di moda. In una parola, si potrebbe dire che si è esteso al rilievo dei beni culturali, in senso ampio; e non solo. Si è a un passo, e qualcuno di noi già l’ha fatto, dal dedicarsi anche al rilievo di qualsiasi oggetto, anche di quelli di interesse in campo medico – dalle parti del corpo umano alle loro eventuali protesi – così come già compiuto nell’ultimo decennio dai colleghi di altre aree della rappresentazione ingegneristica.
Se qualcuno può restare interdetto, è solo il caso di ricordare che proprio attraverso gli studi sul corpo e sulle proporzioni umane Albrecht Dürer colse la necessità di rappresentare gli oggetti mediante la doppia proiezione ortogonale, anticipando di circa tre secoli l’impostazione di Gaspard Monge. Al punto che, agli inizi del Novecento, Federico Amodeo lo ritenne «il vero padre fondatore della Geometria descrittiva» e giunse addirittura a proporre di chiamare il metodo delle proiezioni ortogonali «metodo di Dürer-Monge».
A chi è interessato più al futuro che al passato va invece fatto rilevare che proprio questi lavori, questi oggetti di investigazione, non solo testimoniano un profondo allargamento della sfera del nostro sapere, ma stanno lentamente ma inesorabilmente riconfigurando il nostro specifico, quasi come in una mutazione genetica. Da esperti di disegno dell’architettura – nelle sue varie e ampie declinazioni, dei suoi fondamenti scientifici e delle sue applicazioni – stiamo passando a essere soprattutto gli esperti dell’elaborazione e dell’utilizzazione di immagini visive. Ad aggregare così anche noi a quella che, un quarto di secolo fa, Gary Bertoline delineò come una nascente area scientifica: quella della visual science, le cui basi collocava in tre aree – «spatial cognition, imaging, and geometry» – e per le cui applicazioni individuava due settori, artistico e tecnico.
Più nel merito delle singole relazioni, va detto che per certi versi risulta un po’ forzata la classificazione, sulla base delle indicazioni degli stessi autori, nelle tre sessioni; in particolare, alcuni interventi della sezione “La ricerca avanzata” potrebbero stare meglio in una delle altre due. Gran parte delle comunicazioni sono frutto di progetti di ricerca e campagne specifiche, anche in ambito internazionale (soprattutto in Europa dell’Est e in America latina), spesso finanziati a valle di bandi con procedure competitive.
Vi sono interventi di carattere generale, sulla funzione e il ruolo del Rilievo, anche in ambito didattico, e con qualche interessante confronto tra le esperienze di vari paesi. Riflessioni sui diversi tipi di rilievo, in particolare tra quello architettonico, quello archeologico (che sta interessando sempre più la nostra area) e quello per il design (che è già tutto dentro la visual science); sulle finalità – per la documentazione, per il restauro – dell’operazione.
in numerose comunicazioni vi è un adeguato approccio critico, non semplicemente operativo, all’utilizzazione delle nuove procedure (di presa dei dati, elaborazione e restituzione degli stessi), in particolare sulla modellazione parametrica, sull’estensione al rilievo di logiche BiM, HBiM (Historic BiM) e di interoperabilità, sull’introduzione di realtà aumentata, l’uso di software open source. Talvolta è chiaro il tentativo di contribuire a ottimizzare le operazioni, fino a delineare una compiuta metodologia specifica, tuttora in molti casi in via di definizione.
Sorprende che si continui a non soffermarsi, come sarebbe auspicabile, sulle eventuali conseguenze della perdita del contatto immediato e diretto con la misura, connessa all’impiego delle apparecchiature tecnologicamente più avanzate, atteso che l’architettura, proprio come l’ingegneria, è imprescindibile dalla misura.
Diminuiscono in misura drastica, fin quasi ad annullarsi, i rilievi in Italia di centri storici, di edifici monumentali, di architetture vernacolari, di testimonianze di archeologia industriale e di fortificazioni, sui quali in passato si è lavorato tanto. Aumentano, invece, quelli su tali temi all’estero e, anche in Italia, quelli su tematiche e tipologie costruttive poco coltivate in passato: siti Unesco, cimiteri, costruzioni rupestri, segmenti specifici di particolari stagioni dell’architettura (tardo gotico sardo, chiese gotiche napoletane, architettura religiosa italo-greca) e, soprattutto, di pitture parietali.
Si registra una sorta di stasi sui rilievi delle realtà territoriali e urbane, per i quali si hanno poche relazioni (il gruppo di Carmine Gambardella, Andrea Rolando, ad esempio), a dispetto delle grandi possibilità che le nuove procedure consentono, facendo intravedere per la prima volta potenzialità per superare i limiti della rappresentazione tradizionale.
Curiosamente, l’analisi multicriteria, sulla quale tanto si è lavorato alla SUN; la rappresentazione delle caratteristiche immateriali del territorio, tema avviato in Italia quindicina d’anni fa alla Facoltà di ingegneria dell’Università di Salerno; le sperimentazioni e le pratiche dei gruppi di ricerca del Politecnico di Torino in merito alla rappresentazione dell’ambiente e del territorio, restano ancora esperienze isolate che non hanno avuto ricadute significative nel nostro ambito.
Di contro, si profila un interessante allargamento per il rilievo architettonico tradizionale, in particolare con l’esigenza, oggi più approcciabile, di tenere presente non semplicemente lo spazio fisico-geometrico ma anche quello che Rosario Marrocco definisce nel suo intervento lo «spazio percepito […] in buona parte inteso e identificabile come lo spazio vissuto». Uno spazio che tiene conto, quindi, della dimensione tempo e delle trasformazioni dello spazio fisico per effetto di fattori endogeni ed esogeni (p.e. illuminazione, corpi in movimento).
E che di fatto potrebbe essere inteso come lo spazio architettonico tout-court, considerato che ormai è quasi un secolo che, con l’acquisizione della consapevolezza della dimensione tempo e con l’impiego massiccio del vetro e dei suoi derivati o surrogati come materiale da costruzione, si è rotta l’identità spazio-volume, spazio architettonico- spazio geometrico e il primo è diventato qualcosa di ben più complesso e articolato.
Come in ogni processo complesso, si sono fatti molti passi avanti, ma anche qualcuno indietro.
Scompaiono quasi del tutto, per fortuna, le comunicazioni elaborate sulla base di rilievi effettuati dagli studenti, forse perché questi non dispongono (ancora) delle attrezzature necessarie per le nuove tecnologie.
Altri elementi positivi sono l’ampia partecipazione di giovani non strutturati, quasi la metà del totale, e il fatto che moltissimi professori esperti abbiano sottoposto, senza batter ciglio, i loro interventi alle revisioni anonime.
Le comunicazioni si arricchiscono di opportuno taglio ampio e di aperture interdisciplinari, di note, non solo bibliografiche, e di citazioni anche esterne al nostro ambiente. Nel contempo pare che, in alcune nostre frange, sia attecchito il fenomeno dell’autocitazione, in misura ormai dilagante, fino ad assumere dimensioni preoccupanti, al limite della degenerazione. Ovviamente non vi è nulla di male nell’autocitarsi, in alcuni casi e ove indispensabile, in un ambito di ampio respiro che in primo luogo tenga conto dei lavori fondamentali e di riferimento sull’argomento trattato; ma citare solo o prevalentemente se stessi e il proprio intorno è inqualificabile, da qualsiasi punto di vista, e squalifica chi persegue tale prassi.

XI Congress UID – Parma, 18/20 September 2014
The periodic conferences / congresses of scientific societies have always been the best and most effective tool for realizing the state of health, vivacity and research progress of a specific scientific community. They continue to be so, despite the lack of consideration given to them in the first set-up of the VQR 2004-2010 and the criteria for the National Scientific Qualification, which in part remains and which threatens to distance the younger and more exposed scholars from them. to the extemporaneous suggestions deriving from presumed renewing winds, imported from traditions and realities far from ours.
It is difficult for these meetings to come up with absolute excellence, always delegated – according to the specificity and tradition of the community in question – to monographs (as for the humanistic-social areas and partly to ours) or to articles on prestigious magazines scientific, international but sometimes even only national, indexed or not. However, they give a more complete picture of the situation, on what moves and how, on issues of prevailing interest (even when there are thematic meetings) in a given phase, on current trends and their evolution.
The relative acts are the most significant that can exist for a reading in this sense. Always, I try to acquire those of the conventions in our area, even those I have not attended; I examine them, highlighting what, at present, seems to me most interesting; I keep them with care, consulting them invariably when I have to outline the state of the art on some subject that I am going to face.
The acts of this Parma Conference – the 36th of the Teachers of the Disciplines of the Representation in the Faculties of Architecture and Engineering – do not escape these characteristics, rather they fully confirm them.
First of all they attest – in spite of what the ominous birds, present also in our interior, affirm – the consistent resumption of the research activity in the area of graphic representation.
119 contributions were received: a respectable number, if we consider that we are in front of annual conferences, while other similar appointments, such as the EGA congresses or the International Conference on Geometry and Graphic (to mention periodic meetings in which some of us) instead take place every two years.
And if we consider that as many as 54 contributions by Italian colleagues were sent, at the same time, to review the EGrafiA 2014 International Congress, to be held in Rosario (Argentina) only two weeks after the Parma meeting.
Therefore, after the 117 interventions sent to the previous UiD conference in Matera, the strong recovery of interest for our most important annual appointment is confirmed. To this end, it certainly benefited the decision to make it finally itinerant – as is the case for all of its counterparts, anywhere in the world – with a consequent stimulus of dynamism, positive leadership of the interested sites, emulation and tendency to adopt the most shared protocols and best organizational practices: as implemented by the Parma group, coordinated by Paolo Giandebiaggi, to which the Union and my staff are most grateful. Positive, therefore, were the anticipation of the timing of the definition of the issues and of the call; the adoption of the scientific responsibility of the Technical Scientific Committee of the UiD and of participatory procedures for the evaluation and selection of the interventions, with the revision through a rigorous double blind peer review process (with the dispatch to a third reviewer in controversial cases) , which involved more than thirty Italian and foreign colleagues; the appropriate printing of the documents.
The presence of foreign colleagues is still irrelevant in numerical terms, bearing witness on the one hand to the paucity of international relations of an institutional nature of the UID and, on the other, to the fact that within the scientific communities attributable to the graphic representation, the Relief – theme of the Convention – is practiced with specific educational and scientific values almost exclusively by the Italians, by the Spanish of Expresión Gráfica Arquitectónica and (the one in sight) by the Argentines.

On the other hand, as in Matera, where most of the interventions could be traced back to surveys, the chosen theme certainly helped the large participation, confirming that, by now, a large part of the research activity of the sector develops, in Italy, in the field of Relief. This is an unequivocal fact, connected to many factors of various nature, sometimes conflicting and often correlated, on which we must reflect deeply, continuing the debate started in 2012 at the Rome Conference, “In praise of theory. Identity of the disciplines of design and survey ».
To what extent, for example, this is due to the fact that while in the field of infographic representations revolutionary developments have not actually been recorded since the last decade of the last century, Relief, instead, continued to have in recent years significant transformations / innovations? Certainly it is the field that offers us the greatest visibility and the greatest operational possibilities, in the academic field in scientific relations with other cultural areas, in technology transfer, and that in which almost all of our financing activities are carried out by means of third party agreements . It is the one in which we can show off, in addition to “knowledge”, our ability to “know how to do”, just to use a slogan that in the last two decades has characterized, not always positively, the whole Italian university.
Certainly, this conference confirms – even with the interventions received for the third session – which, at best, continues to be applied research. It follows that the problem of the possibility, rather than of the margins, of addressing issues relating to basic theoretical research in this field, too; perhaps with interdisciplinary contributions and close relationships with other sectors (IT in the first place).
On closer inspection, however, it is an activity that not only involves the younger generations of our area in an almost exclusive way, but has had – is having – immense consequences, unthinkable before, as always happens, and, perhaps, by now already irreversible for our cultural and scientific identity.
In fact, the tools and techniques for surveying and restitution have not changed simply and simply, which have upset the way of operating and language, making obsolete procedures that seemed innovative in short, and introducing new terms that have upset the specific lexicon, still in search of its own stability. And that, as well illustrated by Carlo Bianchini, delineate a “real evolutionary leap: a change so radical that I believe can lead to defining a Relief 2.0”.
The very object of our work is changing which, from the relief of architecture and urban environments, has been extended in a more and more consistent and remarkable way to the relief of paintings, wall paintings and not, also of tombs, of sculptures ( ancient and contemporary) and objects, not only archaeological but also of design, even fashion designs. In a word, we could say that it extended to the relief of cultural heritage, in a broad sense; and not only. We are one step ahead, and some of us have already done it, from also dedicating ourselves to the survey of any object, even those of interest in the medical field – from the parts of the human body to their eventual prostheses – as already done in the last decade by colleagues from other areas of engineering representation.
If anyone can be dumbfounded, it is only appropriate to recall that through studies on the body and human proportions Albrecht Dürer grasped the need to represent objects by means of double orthogonal projection, anticipating Gaspard Monge’s approach by about three centuries. To the point that, at the beginning of the twentieth century, Federico Amodeo considered him “the true founding father of descriptive geometry” and even went so far as to propose calling the orthogonal projection method “Dürer-Monge method”.
To those who are more interested in the future than in the past it should instead be pointed out that these works, these objects of investigation, not only testify to a profound enlargement of the sphere of our knowledge, but they are slowly but inexorably reconfiguring our specific, almost like in a genetic mutation. As experts in architectural design – in its various and broad variations, in its scientific foundations and in its applications – we are moving above all to be experts in the processing and use of visual images. This is how we too join what, a quarter of a century ago, Gary Bertoline outlined as a nascent scientific area: that of visual science, whose bases placed in three areas – “spatial cognition, imaging, and geometry” – and for the whose applications identified two sectors, artistic and technical.
More on the merits of the individual reports, it must be said that in some ways the classification is somewhat forced, based on the indications of the same authors, in the three sessions; in particular, some of the interventions in the “Advanced search” section could be better in one of the other two. Most communications are the result of specific research projects and campaigns, including internationally (especially in Eastern Europe and Latin America), often financed after calls for bids with competitive procedures.
There are general interventions on the function and role of the survey, also in the didactic field, and with some interesting comparisons between the experiences of various countries. Reflections on the different types of relief, in particular between the architectural, the archaeological (which is increasingly affecting our area) and that for design (which is already all within the visual science); on the purpose – for documentation, for restoration – of the operation.
in numerous communications there is an adequate critical approach, not simply operational, to the use of the new procedures (of data taking, processing and return of the same), in particular on parametric modeling, on the extension to the survey of logic BiM, HBiM ( Historic BiM) and interoperability, on the introduction of augmented reality, the use of open source software. Sometimes the attempt to help optimize operations is clear, to the point of outlining a complete specific methodology, which is still being defined in many cases.
It is surprising that we continue not to dwell, as would be desirable, on the possible consequences of the loss of immediate and direct contact with the measure, connected to the use of the most technologically advanced equipment, given that architecture, just like engineering, is essential from the measure.
The reliefs in Italy of historic centers, monumental buildings, vernacular architecture, evidence of industrial archeology and fortifications, on which a lot has been worked in the past, have drastically decreased. On the other hand, those on these issues abroad are on the increase and, even in Italy, those on subjects and building types that have been little cultivated in the past: Unesco sites, cemeteries, cave constructions, specific segments of particular architectural seasons (late Gothic Sardinian, churches Neapolitan gothic, Italian-Greek religious architecture) and, above all, of wall paintings.
There is a sort of stasis on the reliefs of the territorial and urban realities, for which there are few relationships (the group of Carmine Gambardella, Andrea Rolando, for example), despite the great possibilities that the new procedures allow, giving a glimpse of the first time potential to overcome the limits of traditional representation.
Curiously, the multicriteria analysis, on which so much has been worked on at SUN; the representation of the intangible features of the territory, a theme started in Italy some fifteen years ago at the Faculty of Engineering of the University of Salerno; the experiments and practices of the research groups of the Polytechnic of Turin regarding the representation of the environment and the territory, there are still isolated experiences that have not had significant repercussions in our field.
On the other hand, there is an interesting enlargement for the traditional architectural survey, in particular with the need, now more approachable, to keep in mind not only the physical-geometric space but also what Rosario Marrocco defines in his intervention the “perceived space [ …] largely understood and identifiable as the lived space ». A space that takes into account, therefore, the time dimension and the transformations of the physical space due to endogenous and exogenous factors (e.g. illumination, moving bodies).
And that in fact could be understood as the architectural space tout-court, considering that by now it is almost a century that, with the acquisition of the awareness of the time dimension and with the massive use of glass and its derivatives or surrogates as material from construction, the space-volume identity, architectural space-geometric space is broken and the first has become something much more complex and articulated.
As in any complex process, many steps have been taken, but also someone has come back.
Fortunately, communications prepared on the basis of surveys carried out by the students disappear almost completely, perhaps because they do not (yet) have the necessary equipment for the new technologies.
Other positive elements are the wide participation of unstructured young people, almost half of the total, and the fact that many expert professors have submitted, without blinking, their interventions to anonymous reviews.
The communications are enriched with an appropriate broad cut and interdisciplinary openings, with notes, not only bibliographic, and citations also external to our environment. At the same time it seems that, in some of our fringes, the phenomenon of self-referencing has taken root, to a degree that is by now rampant, to the point of assuming alarming dimensions, on the verge of degeneration. Obviously there is nothing wrong with autocitarsi, in some cases and where indispensable, in a wide-ranging field that firstly takes into account the fundamental and reference works on the subject matter; but citing only or predominantly oneself and one’s own surroundings is unqualified, from any point of view, and disqualifies those who pursue this practice.

Autori/Authors
Cristiana Achille, Erika Alberti, Giuseppe Amoruso, Andrea Angelini, Francesca Antoci, Marinella Arena, Pasquale Argenziano, Alessandra Avella, Leonardo Baglioni, Vincenzo Bagnolo, Giovanni Maria Bagordo, Matteo Ballarin, Marcello Balzani, Piero Barlozzini, Hugo António Barros Da Rocha E Costa, Maria Teresa Bartoli, Cristiana Bartolomei, Manuela Bassetta, Carlo Battini, Paolo Belardi, Angelo Bernetti, Silvia Bertacchi, Stefano Bertocci, Alessandro Bianchi, Giorgia Bianchi, Carlo Bianchini, Fabio Bianconi, Michela Bigagli, Montserrat Bigas Vidal, Antonio Bixio, Maria Cristina Boido, Cecilia Maria Bolognesi, Donatella Bontempi, António Álvaro Borges Abel, Paolo Borin, Alessio Bortot, Cristian Boscaro, Lluis Bravo Farré, Fausto Brevi, Raffaella Brumana, Stefano Brusaporci, Giorgio Buratti, Marianna Calia, Daniele Calisi, Michele Calvano, Dario Boris Campanale, Massimiliano Campi, Marco Canciani, Chiara Cannavicci, Alessio Capone, Mara Capone, Tiziana Caponi, Alessio Cardaci, Tiziana Cardinale, Laura Carnevali, Marco Carpiceci, Paola Casu, Raffaele Catuogno, Gerardo Maria Cennamo, Mario Centofanti, Francesca Cerasoli, Francesco Cervellini, Emanuela Chiavoni, Maria Grazia Cianci, Michela Cigola, Gianluca Cioffi, Alessandra Cirafici, Luigi Cocchiarella, Paola Cochelli, Daniele Colistra, Fabio Colonnese, Antonio Conte, Roberto Corazzi, Luigi Corniello, Oscar Jesus Cosido Cobos, Carmela Crescenzi, Giovanna Cresciani, Cesare Cundari, Gian Carlo Cundari, Maria Rosaria Cundari, Pierpaolo D’agostino, Giuseppe Damone, Daniela Elisabetta De Mattia, Massimo De Paoli, Diego De Re, Roberto De Rubertis, Matteo Del Giudice, Teresa Della Corte, Antonella Di Luggo, Francesco Di Paola, Mario Di Puppo, Andrea Donelli, Gilda Emanuele, Maria Linda Falcidieno, Patrizia Falzone, Laura Farroni, Stefano Fasolini, Francesco Fassi, 3d Survey Group – Politecnico Di Milano, Francesca Fatta, Federico Ferrari, Loredana Ficarelli, Marco Filippucci, Riccardo Florio, Maria Gloria Font Basté, Paola Foschi, Carmela Frajese D’amato, Andrea Frattolillo, Isabella Friso, Flora Gaetani, Maria Teresa Galizia, Simona Gallina, Arturo Gallozzi, Carmine Gambardella, Giorgio Garzino, Francesca Gasperuzzo, Fabrizio Gay, Paolo Giandebiaggi, Andrea Giordano, Paolo Giordano, Gaspare Giovinco, Claudio Giustiniani, Maria Pompeiana Iarossi, Manuela Incerti, Davide Indelicato, Carlo Inglese, Laura Inzerillo, Elena Ippoliti, Alfonso Ippolito, Stefania Iurilli, Tatiana Kirilova Kirova, Lucia Krasovec Lucas, Mariella La Mantia, Fabio Lanfranchi, Massimo Leserri, Massimiliano Lo Turco, Agnese Lorenzon, Marcella Macera, Federica Maietti, Francesco Maiolino, Anna Christiana Maiorano, Anna Maria Manferdini, Andrea Manti, Anna Giuseppina Marotta, Rosario Marrocco, Luca Martini, Maria Martone, Giovanna Angela Massari, Silvia Masserano, Lorenzo Matteoli, Domenico Mediati, Giampiero Mele, Maria Evelina Melley, Valeria Menchetelli, Juan Mercade Brulles, Alessandra Meschini, Davide Mezzino, Francisco Martínez Mindeguía, Giuseppe Moglia, Antonio Mollicone, Cosimo Monteleone, Roberta Montella, Pablo Navarro Camallonga, Pablo José Navarro Esteve, Romina Nespeca, Marilina Nichilo, Giuseppa Novello Massai, Valentina Nuccitelli, Daniela Oreni, Anna Osello, Diego Paderno, Alessandra Pagliano, Caterina Palestini, Luis Manuel Palmero Iglesias, Daniela Palomba, Francesca Paluan, Federico Panarotto, Giovanni Pancani, Maria Onorina Panza, Floriana Papa, Leonardo Papa, Lia Maria Papa, Leonardo Paris, Sandro Parrinello, Maria Ines Pascariello, Marco Pedron, Assunta Pelliccio, Andrea Pirinu, Nicola Pisacane, Maria Bruna Pisciotta, Manuela Piscitelli, Claudia Pisu, Claudio Presta, Paola Puma, Ramona Quattrini, Silvia Rinalduzzi, Andrea Rolando, Adriana Marina Rossi, Daniele Rossi, Michela Rossi, Michele Russo, Arturo Livio Sacchi, Francisco Javier Sanchis Sampedro, Cettina Santagati, Pedro Sarabia, Chiara Scali, Marcello Scalzo, Alessandro Scandiffio, Alberto Sdegno, Luca James Senatore, Filippo Sicuranza, Giovanna Spadafora, Roberta Spallone, Valentina Spataro, Cristina Speranza, Gaia Lisa Tacchi, Riccardo Tavolare, Enza Tolla, Camillo Trevisan, Angelo Triggianese, Pasquale Tunzi, Graziano Mario Valenti, Uliva Velo, Cesare Verdoscia, Chiara Vernizzi, Antonella Versaci, Daniele Villa, Marco Vitali, Maurizio Vitella, Wissam Wahbeh, Andrea Zerbi, Ornella Zerlenga, Stefano Zoerle.

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